Allarme binge drinking: migliaia di accessi in ospedale ogni anno – Ragazzini sotto i 14 anni coinvolti, serve una svolta culturale
Il fenomeno del binge drinking, l’assunzione eccessiva di alcol in un breve arco di tempo, non è più solo un rischio per gli adulti, ma un’emergenza che coinvolge anche i più giovani. In Italia, ogni anno sono circa 39 mila le persone portate al pronto soccorso per intossicazione alcolica, con un allarmante 10% dei casi riferito a chi ha meno di 14 anni.
Giovani in pericolo: quando il divertimento diventa minaccia
Una recente ondata di casi critici ha fatto luce sulla gravità del problema: adolescenti tra i 13 e i 16 anni finiti in coma etilico durante feste e serate in spiaggia. Questi episodi non sono eccezioni, bensì segnali di un disagio più profondo. Spesso, chi sta male non arriva in ospedale: vergogna, sensi di colpa o il timore di mettere in difficoltà amici o familiari inducono a ignorare i sintomi. Ma un ritardo nell’emergenza può compromettere gravemente il recupero.
Quanti sono a rischio? Un quadro che preoccupa
I numeri delineano un panorama preoccupante: si calcola che 8 milioni di italiani siano consumatori a rischio di alcol, con oltre 4 milioni già identificati come binge drinker. La fascia d’età più esposta varia tra gli 11 e i 24 anni, con almeno 80mila tra gli 11 e i 17. Il problema non si limita ai ragazzi: dietro ogni minorenne intossicato c’è un accesso facilitato all’alcol, spesso favorito dal comportamento degli adulti.

Cervello in formazione: i rischi di un’abitudine precoce
L’alcol è un interferente potente nello sviluppo del cervello, soprattutto tra gli 11 e i 25 anni, riducendo la capacità di controllo, aumentando l’impulsività e abbassando la percezione del rischio. Nessun consumo è esente da effetti negativi; le linee guida attuali raccomandano zero alcol sotto i 18 anni, e un limite massimo di una unità al giorno per le donne e due per gli uomini.
Cosa fare sul campo: piccoli gesti per grandi differenze
Serve una rivoluzione nell’educazione al bere: la scuola deve diventare un presidio preventivo, a partire dalle elementari. In caso di intossicazione, il primo gesto può salvare una vita: mettere la persona sul fianco, evitare di lasciarla sdraiata sulla schiena e chiamare immediatamente i soccorsi. L’alcol non è un gioco e la cultura del “bere consapevole” rischia di essere fuorviante per chi è ancora in formazione.
Conclusione lunga e riflessiva
Dietro i numeri, ci sono storie fragili: adolescenti che associano l’ubriacatura al divertimento, famiglie spaventate, scelte svincolate dalla consapevolezza. Il binge drinking non è un semplice eccesso temporaneo: è un punto di svolta nel rapporto con l’alcol, e le scelte di oggi possono segnare il futuro mentale, sociale e fisico dei nostri ragazzi. Serve un impegno concreto: sensibilizzazione nelle scuole, dialogo nelle famiglie, regole più rigorose e comportamenti più responsabili. Solo così possiamo trasformare la prevenzione in protezione reale — perché ogni vita salva è un futuro recuperato.
