Teatro San Carlo Di Napoli: tensioni istituzionali sulla nomina del sovrintendente Fulvio Macciardi e le reazioni del mondo culturale

di Ivan Rossi

Nomina Macciardi al Teatro San Carlo, tensioni e reazioni nel mondo culturale. - Ilvaporetto.com

La direzione artistica e gestionale del Teatro di San Carlo di Napoli è al centro di un acceso confronto istituzionale. La nomina del nuovo sovrintendente, Fulvio Adamo Macciardi, suscita contestazioni da parte del sindaco di Napoli e presidente della Fondazione, Gaetano Manfredi. La decisione ha provocato una mobilitazione degli operatori culturali e la convocazione di udienze giudiziarie che potrebbero decidere il futuro della governance del teatro.

Il contesto della nomina di Fulvio Macciardi e il ruolo chiave del teatro San Carlo

Il Teatro di San Carlo, noto per essere uno dei teatri d’opera più antichi e prestigiosi d’Europa, ha vissuto recentemente una fase di vuoto gestionale dopo la cessazione del mandato dell’ex sovrintendente Stephane Lissner, avvenuta ormai quattro mesi fa. Il 4 agosto scorso il Consiglio d’indirizzo della Fondazione, che ha la responsabilità di proporre il sovrintendente al ministro della Cultura, si è riunito per designare un nuovo candidato. Nonostante l’assenza del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e della sua consigliera, il Consiglio ha indicato alla cultura nazionale Fulvio Adamo Macciardi come nuovo sovrintendente.

Macciardi, milanese di 66 anni, è noto per la sua esperienza nel settore lirico: in passato ha guidato il Teatro Comunale di Bologna e da qualche anno è figura di rilievo a livello europeo nell’ambito di Opera Europa. La sua candidatura aveva ricevuto apprezzamenti dal centrodestra e dal Ministero della Cultura, che lo ha nominato ufficialmente sovrintendente del San Carlo entro 24 ore dalla designazione di parte del Consiglio. Questa nomina rappresenta un momento cruciale per il teatro, visto che la guida artistica e manageriale di un’istituzione così importante influenza direttamente la programmazione, le produzioni e la reputazione internazionale.

Il San Carlo, fondato alla fine del XVIII secolo, è un punto di riferimento per l’Italia e il mondo nella musica classica e nell’opera. La scelta del sovrintendente non riguarda solo la gestione interna, ma anche la capacità di mantenere il teatro competitivo nel campo culturale e turistico, attirando pubblico e mantenendo progetti artistici rilevanti.

La disputa tra Gaetano Manfredi e il consiglio d’indirizzo della fondazione teatro San Carlo

La nomina di Macciardi non è stata accettata da Gaetano Manfredi, che ricopre anche la carica di presidente della Fondazione Teatro San Carlo. Manfredi ha impugnato la decisione del Consiglio d’indirizzo sostenendo che quella riunione era illegittima, vista la sua assenza motivata da impegni istituzionali a Roma e aver sconvocato l’assemblea all’ultimo momento. Secondo il sindaco, la scelta del sovrintendente non rappresenta la volontà condivisa delle istituzioni coinvolte, e costituisce uno “schiaffo” nei confronti delle funzioni affidate alla Fondazione e al Comune di Napoli.

Il Consiglio d’indirizzo, composto da cinque membri, ha deliberato la nomina con soli tre presenti, tra cui due designati dal governo e uno dalla Regione Campania, senza il coinvolgimento del sindaco e di un altro membro nominato dalla Città metropolitana. Questa procedura ha generato una spaccatura netta: da una parte la maggioranza del Consiglio, convinta di gestire regolarmente le prerogative, e dall’altra il presidente Manfredi che contesta ogni passaggio della decisione.

Il confronto si è spostato rapidamente sulle sedi giudiziarie. Il Comune di Napoli ha presentato due ricorsi: uno al Tribunale civile di Napoli, con udienza fissata per il 27 agosto 2025, e un altro al Tribunale amministrativo regionale della Campania, che dovrà esprimersi il 3 settembre. Entrambi i procedimenti mirano a revocare o modificare la nomina di Macciardi. Intanto, è atteso un nuovo incontro del Consiglio d’indirizzo per valutare tentativi di mediazione prima che la giustizia prenda una decisione definitiva.

Questa vicenda riflette una crisi di natura istituzionale che riguarda la direzione di uno dei simboli culturali della città di Napoli, mettendo in evidenza i contrasti tra il governo locale e gli organi di gestione del teatro.

La mobilitazione di melomani e operatori culturali per un cambiamento nella gestione del teatro

In parallelo alle tensioni politiche e legali, si è sviluppata una mobilitazione spontanea degli operatori culturali e degli appassionati di musica lirica legati al Teatro San Carlo. Per il 26 agosto 2025 è stato indetto un sit-in davanti al teatro per manifestare a favore della nomina di Macciardi e per chiedere un cambiamento radicale nella gestione dell’istituzione.

La protesta nasce dalla percezione diffusa che il San Carlo, nonostante la sua storia e importanza, sia rimasto per anni bloccato da una “logica mercantile e predatoria” che ne ha limitato le potenzialità artistiche. Gli organizzatori, definiti come “liberi operatori della cultura e melomani”, chiedono che avvenga un vero rinnovamento in tutta la governance, non solo nella sovrintendenza, per ridare al teatro un ruolo più aperto e partecipativo.

Durante il sit-in verranno distribuite copie di spartiti di opere che, secondo i promotori, sono state trascurate nelle recenti stagioni artistiche, segnalando un periodo definito di “oscurantismo musicale”. Questo gesto simboleggia la volontà di ripristinare un’offerta culturale non ridotta a logiche commerciali o politiche.

Gli organizzatori rivolgono un appello diretto al sindaco di Napoli per non ostacolare il percorso di rinnovamento iniziato con la nomina di Macciardi. Invitano anche la cittadinanza e i turisti a partecipare alla manifestazione, volendo sottolineare che il San Carlo deve tornare a essere un luogo accessibile e rappresentativo per tutta la città e non solo per pochi interessati.

Questa mobilitazione evidenzia un fermento anche tra chi lavora all’interno del teatro o lo frequenta abitualmente, desideroso di vedere una leadership stabile e maggiormente attenta alle esigenze culturali. Le giornate che seguiranno saranno fondamentali per capire se si troverà un accordo che eviti il ricorso ai tribunali oppure se le decisioni saranno affidate ai giudici.