La cucina italiana al femminile protagonista alla 82ª mostra del cinema di Venezia con il docufilm La Quinta Stagione

di Andrea Presto

La cucina italiana al femminile in scena a Venezia con La Quinta Stagione. - Ilvaporetto.com

La settantaduesima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in programma dal 27 agosto al 6 settembre 2025, ha visto un’interessante incursione nella gastronomia italiana grazie al docufilm “La Quinta Stagione”. Il film, presentato in anteprima nella sezione Giornate degli Autori il 2 settembre, racconta la cucina attraverso l’esperienza di cinque chef italiane stellate Michelin, offrendo uno sguardo inedito sul loro ruolo e sulle sfide che affrontano. La scelta di Venezia conferma l’attenzione della Biennale verso tematiche culturali e sociali, valorizzando inoltre il contributo delle donne in un ambito tradizionalmente maschile.

La quinta stagione: un ritratto emozionale delle chef italiane stellate

Il docufilm “La Quinta Stagione” nasce da un’idea di Paola Valeria Jovinelli ed è diretto da Giuseppe Carrieri. Cinque chef donne stellate Michelin sono al centro del racconto: Valeria Piccini, con il suo ristorante Da Caino a Montemerano, portavoce della tradizione toscana; Caterina Ceraudo, calabrese con riconoscimenti importanti; Martina Caruso, originaria delle Eolie; Antonia Klugmann, attiva in Friuli Venezia Giulia; e Cristina Bowerman, attiva a Roma, a Trastevere.

A differenza dei classici documentari di cucina che mostrano tecniche e preparazioni, “La Quinta Stagione” pone l’accento sui momenti emotivi, le difficoltà e le motivazioni dietro la passione delle chef. Valeria Piccini ha commentato che la sua partecipazione a questo progetto ha rappresentato per lei un vero cambiamento nell’ambiente gastronomico, ancora segnato da una forte differenza di genere. La rappresentazione scelta, una prospettiva femminile che mette in risalto la forza e la determinazione di queste donne, conferma quanto il settore stia lentamente cambiando, offrendo maggior spazio a figure spesso sottovalutate.

Questa pellicola ha avuto un ruolo importante per dare visibilità a personalità che, pur avendo raggiunto riconoscimenti significativi, sono spesso portatrici di sfide proprie della cucina professionale italiana. Il docufilm si avvale di un taglio intimo, mostrando non solo la cucina ma anche le storie personali delle protagoniste, i sacrifici e le soddisfazioni dietro ogni piatto stellato.

La Biennale Di Venezia 2025: un palco internazionale per la gastronomia e il cinema indipendente

La 82ª Mostra del Cinema di Venezia si conferma uno degli appuntamenti più autorevoli per il cinema d’autore e i film indipendenti. In questa edizione, le Giornate degli Autori hanno promosso opere che si interrogano su temi culturali e sociali attuali, con la prima mondiale de “La Quinta Stagione”. Il docufilm si inserisce in un programma ricco, insieme a pellicole di rilievo come “La Grazia” di Paolo Sorrentino, selezionato come film d’apertura.

La scelta di mostrare un’opera dedicata alle donne chef italiane si inserisce nel solco di un’attenzione crescente verso tematiche di genere e rappresenta un momento di riconoscimento per la gastronomia italiana in un contesto internazionale. L’evento conferma Venezia come luogo di incontro tra arte e realtà culturali, capace di valorizzare storie non solo cinematografiche ma anche di esperienze professionali di rilievo.

La manifestazione, ospitata tra il Lido e la città lagunare, porta ogni anno migliaia di esperti, artisti, critici e appassionati, favorendo la diffusione e il confronto su nuove forme espressive e contenuti di spessore. La proiezione di opere che rappresentano realtà meno spesso raccontate, come quella delle donne nella cucina, amplia il pubblico e la narrazione del festival.

Tino Vettorello e la cucina che rende omaggio al cinema

Nell’ambito delle iniziative gastronomiche legate alla Mostra, lo chef Tino Vettorello è stato protagonista nelle principali aree food dell’evento, dalla Terrazza Biennale al ristorante del Palazzo del Casinò. Per il sedicesimo anno consecutivo ha curato proposte culinarie dedicate a personaggi e temi legati al cinema.

Il piatto “Eat, Love, Julia” si ispira alla famosa attrice Julia Roberts e al film “Eat Pray Love” del 2010, interpretato proprio da Julia. Si tratta di un bottone di rapa rossa ripieno di baccalà mantecato, servito su una base di piselli e menta, con aggiunte di Morlacco del Grappa, peperone rosso e erbe aromatiche. La colorazione intensa del bottone richiama il celebre abito rosso indossato dall’attrice in “Pretty Woman”. La combinazione degli ingredienti punta sulla dolcezza e il carattere, rendendo omaggio all’eleganza e alla capacità emotiva di Julia Roberts attraverso un gioco di sapori e colori.

Questo piatto rappresenta una sintesi tra l’universo del cinema e quello della gastronomia, dimostrando come la cultura italiana sappia unire diverse forme di espressione artistica in un unico evento come la Mostra di Venezia.

Piatti simbolo e presentazioni speciali legate al territorio veneto

Tra i piatti più emblematici proposti durante la manifestazione spicca “L’Ostrica in Bolla”, ispirata alla seconda etichetta in edizione limitata del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG. Questo piatto utilizza l’Ostrica Rosa del Delta del Po, accompagnata da salicornia della laguna, gel di limone, polvere di lampone e cristalli di Prosecco, presentata direttamente nel suo guscio.

Il connubio tra la sapidità marina e la freschezza delle bollicine rappresenta un’espressione concreta della cucina territoriale veneta, proposta in anteprima nazionale al Vinitaly 2025. Il piatto si inserisce nel solco della valorizzazione delle eccellenze locali, offrendo al pubblico un assaggio che racconta ingredienti e tradizioni con equilibrio e precisione.

Il 5 settembre, presso lo spazio espositivo della Regione Veneto, è stata proposta anche l’anteprima di due cortometraggi dedicati all’arte e al territorio: “L’Opera del Tempo” e “Modena Balsamic Genius”, diretti da Carlo Guttadauro. Queste opere sono state realizzate in collaborazione con i consorzi di tutela dell’Aceto Balsamico di Modena, segnando un importante momento di incontro tra cultura, identità territoriale e visioni artistiche.

La mostra di Venezia conferma così il proprio ruolo non solo nel panorama cinematografico, ma anche nell’esplorazione di sfumature culturali legate al cibo e alle tradizioni regionali italiane.