Unionbirrai solleva la necessità di una forfettizzazione fiscale per proteggere 700 microbirrifici artigianali italiani
Il settore della birra artigianale italiana continua a confrontarsi con le difficoltà legate alla burocrazia fiscale. L’associazione Unionbirrai ha rilanciato la richiesta di una soglia di forfettizzazione fino a 500 ettolitri per alleggerire il peso delle accise su piccole realtà produttive. La proposta mira a salvaguardare e sostenere centinaia di microbirrifici che faticano a gestire le attuali norme, pensate per impianti industriali molto più grandi.
Il peso della burocrazia fiscale per i piccoli birrifici artigianali italiani
Secondo Unionbirrai, circa l’80% dei birrifici italiani produce meno di 500 ettolitri all’anno. Si tratta di 700-800 realtà sparse in tutto il territorio nazionale, con produzioni limitate ma rilevanti per il tessuto artigianale e locale. Nonostante questi produttori possano usufruire del massimo sconto d’accisa previsto dalle normative europee, pari al 50%, la gestione fiscale resta complicata e onerosa.
Le modalità di accertamento delle accise sono pensate soprattutto per grandi impianti industriali. Questo modello fuorviante comporta costi burocratici che per i piccoli birrifici risultano sproporzionati. Ad esempio, l’acquisto e l’implementazione di software per la gestione degli obblighi fiscali, oppure i misuratori necessari per il controllo della produzione, rappresentano spese che possono superare i 10.000 euro annui per un microbirrificio di dimensioni medie. Questi costi gravano pesantemente su imprese che dispongono di margini ristretti e limitate disponibilità finanziarie.
Il risultato è un sistema fiscale complesso, che non si adatta alle esigenze di chi produce piccole quantità, mettendo così a rischio la sopravvivenza stessa di molti produttori indipendenti.
La proposta di unionbirrai per una soglia di Forfettizzazione a 500 ettolitri
Unionbirrai chiede da anni una riforma che preveda una soglia di forfettizzazione fiscale fino a 500 ettolitri l’anno. Questa misura faciliterebbe un trattamento fiscale più semplice e meno costoso per i microbirrifici, garantendo una maggiore sostenibilità economica. La soglia interessa circa 80% dei birrifici italiani ed è stata individuata proprio in base ai dati produttivi attuali.
L’associazione ha formalizzato questa richiesta inviando documenti e proposte al Ministero dell’Economia e all’Agenzia delle Dogane, tuttavia le risposte concrete finora sono mancate. Unionbirrai sottolinea che, se altre realtà della filiera si uniscono a questa battaglia, è pronta a fare fronte comune per ottenere un cambiamento. L’obiettivo è garantire condizioni fiscali più eque e sostenibili per i piccoli produttori di birra artigianale.
Questa semplificazione dovrebbe ridurre notevolmente i costi amministrativi e burocratici, favorendo la crescita e la sopravvivenza di molte imprese artigianali che contribuiscono alla diversità e alla ricchezza del settore brassicolo italiano.
Rilancio della discussione durante bolle di malto 2025 a Biella
La questione delle accise e della fiscalità per la birra artigianale è stata protagonista del convegno “Accise e Birra, una sfida per il comparto agroalimentare”. L’evento è stato organizzato durante la rassegna Bolle di Malto 2025, svoltasi a Biella. Questa manifestazione rappresenta un appuntamento importante per i protagonisti del settore brassicolo italiano, un momento in cui si confrontano componenti diversi della filiera e si discutono temi rilevanti per il futuro del comparto.
Nel corso del convegno, Unionbirrai ha ribadito la propria posizione e richiamato l’attenzione sulle difficoltà dei piccoli produttori. La proposta di forfettizzazione fino a 500 ettolitri si inserisce in un dialogo più ampio che vede coinvolti gli Stati Generali della Birra e il nuovo Salone Italiano della Birra, manifestazioni che mappano lo sviluppo e i bisogni del settore artigianale.
L’evento di Biella ha permesso di mettere in luce quanto la fiscalità si confermi un nodo cruciale attorno a cui ruota la sostenibilità delle microimprese brassicole. Gli interventi di addetti ai lavori, rappresentanti istituzionali e operatori hanno rilanciato la richiesta di una riforma che sia capace di semplificare e alleggerire il carico fiscale e burocratico per chi produce birra con volumi limitati.
In sostanza, la provincia piemontese ha ospitato un confronto focalizzato a chiedere misure concrete per adattare il sistema alle caratteristiche reali delle piccole imprese artigianali diffuse in Italia.
