Gianfranco Rosi: la Crisi Di Gaza tra proteste e il pericolo di dimenticanza
Al Lido, durante la Mostra del Cinema di Venezia 2025, Gianfranco Rosi ha messo in chiaro una cosa: per capire davvero cosa succede a Gaza, bisogna viverci. Il regista, in concorso con il suo film “Sotto le nuvole“, ha parlato con preoccupazione dell’impatto limitato delle proteste contro la guerra in corso nella Striscia. E teme che, dopo l’ondata di mobilitazione, tutto torni come prima, con l’indifferenza a prendere il sopravvento.
Gaza: un conflitto che non dà tregua
Gaza continua a essere un campo di battaglia acceso e devastante. Israele ha definito la città una “zona di combattimento pericolosa“, preparando un’offensiva militare con l’obiettivo di conquistare le aree urbane più vaste della Striscia. Nel mezzo, la popolazione civile è quella che paga il prezzo più alto. Bombardamenti senza sosta, blocchi che impediscono l’arrivo di cibo e medicine, un numero crescente di vittime e sfollati interni: questo è il quadro di una crisi umanitaria che non risparmia nessuno, rendendo impossibile qualsiasi parvenza di normalità.
Proteste in Israele e nel mondo: una voce che si alza
In Israele e in tante altre città del mondo, migliaia di persone sono scese in piazza. Scioperi, cortei, manifestazioni di massa chiedono la fine delle ostilità e la liberazione degli ostaggi. Dietro queste proteste c’è una crescente opposizione alle scelte del governo Netanyahu e alla sua politica militare nella Striscia. Non è solo una battaglia pacifista, ma anche il segnale di un malessere profondo all’interno della società israeliana, divisa e preoccupata per le conseguenze umanitarie che si stanno consumando sul territorio palestinese.
Rosi alla Mostra: “Solo chi vive lì capisce davvero”
Durante la presentazione di “Sotto le nuvole“, Gianfranco Rosi ha ribadito che solo chi vive quel dramma può coglierne la vera dimensione. Ha detto che ogni forma di protesta è importante, ma ha anche espresso un timore: che queste manifestazioni restino episodi isolati, e che, una volta passata la mobilitazione, si torni alla solita indifferenza. Per lui, il cinema è uno strumento prezioso per raccontare e dare visibilità a queste crisi, ma tradurre la sensibilità in azioni concrete e durature è una sfida enorme.
Cinema e testimonianza: volti e storie da non dimenticare
Il lavoro di Rosi va oltre la denuncia. Con il suo cinema vuole restituire volti, storie, luoghi che troppo spesso si riducono a freddi numeri o a notizie di agenzia. “Sotto le nuvole” vuole coinvolgere lo spettatore, superare distanze geografiche e culturali, e spingere a una consapevolezza più profonda. Venezia diventa così un palco dove riflettere su guerra e pace, e sulla forza del racconto visivo di avvicinare realtà lontane.
Il rischio che tutto finisca con le proteste
L’ultima riflessione di Rosi è un monito: l’impegno civile rischia di esaurirsi troppo in fretta. Paura che, dopo le manifestazioni, si torni a pensare solo alle proprie cose, lasciando i problemi intatti. E in un momento così delicato, con una guerra che ha generato una crisi immensa, mantenere alta l’attenzione è fondamentale. Per Rosi, serve una partecipazione costante, concreta, non solo a parole, per non lasciare che la tragedia di Gaza scivoli nell’oblio.
