Ari Wallach e il pensiero Longpath: come mettere il futuro al centro delle decisioni in tempi di crisi globale
In un mondo segnato da tensioni politiche, cambiamenti climatici e tecnologie emergenti, il modo in cui pensiamo al futuro gioca un ruolo cruciale. Ari Wallach, futurologo statunitense, propone un approccio chiamato Longpath che spinge a spostare la nostra attenzione dalle scelte immediate a un orizzonte temporale molto più ampio, fino a centinaia di anni avanti. Questo metodo mira a contrastare le reazioni istintive e fugaci tipiche delle società moderne, favorendo invece una cultura del pensiero consapevole e delle decisioni responsabili.
Il modello Longpath: pensare alle generazioni che verranno
Wallach definisce Longpath come un modo di vivere e decidere che tiene conto delle conseguenze delle azioni odierne su chi verrà dopo di noi, andando ben oltre il futuro prossimo. Questo concetto è nato dall’osservazione dei grandi cambiamenti nel passato, i cosiddetti periodi intertidali, caratterizzati da trasformazioni profonde. Oggi il mondo affronta sfide strutturali senza precedenti: il riscaldamento globale, l’avanzata dell’intelligenza artificiale e la polarizzazione geopolitica. Secondo Wallach, le risposte tipiche basate su impulsi di fuga o lotta, utili in tempi primitivi, risultano oggi inadeguate e rischiano di aggravare i problemi attuali.
Il Longpath invita a sviluppare abitudini e strutture capaci di contrastare il pensiero a breve termine, presente non solo nella sfera personale, ma anche in ambito familiare, lavorativo e governativo. Così si mira a costruire strategie che garantiscano stabilità e prosperità a lungo termine, piuttosto che soluzioni temporanee che creano nuovi problemi. Nel libro omonimo pubblicato da Rubbettino, Wallach sottolinea come ogni scelta quotidiana possa contribuire a rafforzare una prospettiva più ampia, orientata alla resilienza e alla crescita sostenibile.
L’impatto del cambiamento climatico e la necessità di scelte responsabili
Il cambiamento climatico è una delle crisi centrali che richiedono uno sguardo oltre l’immediato. L’aumento delle temperature, la perdita di biodiversità e i fenomeni metereologici estremi mettono a rischio intere comunità, soprattutto quelle più vulnerabili nei Paesi in via di sviluppo. Circa l’80% della popolazione mondiale chiede misure più incisive per affrontare la crisi ambientale, riconoscendo la gravità della situazione e la necessità di un impegno collettivo a lungo termine.
Wallach vede nella cultura Longpath un modo per canalizzare l’ansia climatica dilagante verso azioni concrete e consapevoli. Pensare non solo a cosa succede da qui a qualche mese, ma a come le nostre decisioni ricadranno sulle prossime generazioni, è un esercizio che richiede pazienza e una nuova forma di empatia. In questo senso, Longpath sposa anche la visione di un’umanità capace di prendersi cura del pianeta con uno sguardo che supera le barriere temporali e territoriali. Il futurologo considera fondamentale evitare cicli di risposta impulsivi che aggravano la situazione, preferendo invece strategie che riducano i rischi e promuovano una convivenza più equilibrata.
Organizzazioni internazionali e la strategia del pensiero lungo termine
Wallach collabora con organismi come l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati e il Dipartimento di Stato americano per applicare i principi del Longpath in azioni concrete. Queste partnership puntano a creare visioni strategiche per enti e governi che devono affrontare problemi complessi in modo coordinato. Spesso le decisioni politiche si concentrano su risultati immediati, ma i danni sono spesso legati alla mancanza di pianificazione di lungo termine.
Il metodo Longpath incoraggia quindi una riorganizzazione delle priorità, introducendo nelle procedure quotidiane una riflessione sulle conseguenze future. Ciò può tradursi in pratiche più sostenibili, in politiche che tengano conto non solo degli interessi attuali, ma anche delle eredità che lasceremo. Wallach nega che questo approccio valga solo per grandi istituzioni: anche le famiglie e le aziende possono adottare abitudini che guardino più lontano nel tempo. Allargando così la base di persone sensibili all’impatto delle proprie azioni, i risultati si moltiplicano.
Empatia transgenerazionale: uno sguardo necessario davanti alle guerre e ai conflitti
L’approccio Longpath si basa anche sull’idea di empatia transgenerazionale, la capacità di sentire un legame con le generazioni future e con quei figli e nipoti che erediteranno le scelte odierne. Secondo Wallach, questa prospettiva è essenziale per spezzare i cicli di violenza che affliggono il nostro mondo da troppi anni. Le guerre in corso sono spesso alimentate dalla paura e dalla vendetta, atteggiamenti che si basano su una visione limitata e a breve termine.
Immaginare la vita dei propri discendenti è una spinta rivoluzionaria che allarga il campo delle decisioni e limita il ripetersi degli errori. Non significa eliminare il conflitto, ma circoscriverlo in uno spazio più ampio, dove l’obiettivo diventa quello di piantare semi di pace duratura. Questa mentalità può creare un diverso equilibrio tra interesse immediato e responsabilità futura, dei fattori fondamentali per garantire stabilità nelle società più esposte ai conflitti.
L’approccio di Ari Wallach, promosso anche dal think tank internazionale Entopan, rappresenta un invito ad adottare un cambio di rotta nella mentalità contemporanea. Spingere la società a guardare oltre il breve tempo significa anche affrontare oggi i problemi che decideranno il domani del nostro pianeta e della convivenza umana.
