Aumenta l’interesse per il turismo agroalimentare in montagna con focus su Asiago Dop e iniziative locali

di Ivan Rossi

Crescente interesse per il turismo agroalimentare ad Asiago e dintorni. - Ilvaporetto.com

La crescita del turismo legato ai prodotti agroalimentari e alle esperienze autentiche in montagna si conferma come un fenomeno significativo. Sempre più visitatori, in particolare giovani appartenenti alla generazione dei Millennials, scelgono territori montani per conoscere da vicino le tradizioni legate alla tavola e ai sapori del luogo. Il formaggio Asiago Dop Prodotto della Montagna emerge come uno dei simboli di questa tendenza, rappresentando un legame profondo tra qualità alimentare, cultura e territorio.

Il ruolo dell’asiago dop nella promozione del patrimonio locale e culturale

L’Asiago Dop Prodotto della Montagna viene realizzato esclusivamente sopra i 600 metri di altitudine, secondo un disciplinare che ne tutela qualità e metodo produttivo. Questo formaggio non è solo un prodotto, ma un segno distintivo della cultura e dell’identità del territorio. Da qualche anno il Consorzio Tutela Formaggio Asiago si impegna a raccontare una storia che va oltre la produzione casearia, enfatizzando la tradizione e l’innovazione legate a un territorio ben definito.

Secondo Flavio Innocenzi, direttore del Consorzio, valorizzare l’Asiago significa mantenere vive le tradizioni locali e creare valore sia sociale che economico. L’obiettivo è dialogare con i consumatori, soprattutto con le nuove generazioni, che mostrano interesse verso il benessere e la sostenibilità. Il formaggio Asiago, infatti, porta con sé una storia fatta di metodi produttivi rispettosi dell’ambiente e di un legame forte con la montagna che ne ospita le malghe e i caseifici.

Nuova vitalità per le malghe grazie al turismo e a eventi dedicati

Le malghe e i caseifici attivi sull’Altopiano dei Sette Comuni rappresentano luoghi chiave della produzione dell’Asiago Dop. Questi spazi non solo conservano il sapere caseario, ma offrono anche l’opportunità ai visitatori di scoprire la filiera produttiva, immergendosi in un contesto naturale che supera i 600 metri di quota.

Tra le iniziative organizzate dal Consorzio, spicca “Made in Malga”, in programma nei primi due fine settimane di settembre. Questo evento trasforma l’area in un palcoscenico per produttori e appassionati, con degustazioni guidate create in collaborazione con associazioni di sommelier locali e nazionali. Viene poi dedicato spazio ai racconti dei malghesi, portatori di una tradizione casearia spesso poco conosciuta ma fondamentale per comprendere le dinamiche della montagna veneta.

Il calendario delle masterclass proposte nel corso dell’evento include abbinamenti tra Asiago e vini montani o internazionali, offrendo un’occasione per conoscere le caratteristiche organolettiche del formaggio e le potenzialità di accostamenti gastronomici. Questi appuntamenti non mirano solo a celebrare il prodotto, ma coinvolgono produttori, esperti e visitatori in un dialogo aperto sull’alimentazione di qualità e la sostenibilità.

Crescente interesse dei millennials verso esperienze autentiche in montagna

Il 1° Rapporto Turismo Dop, realizzato da Fondazione Qualivita e Origin Italia con il sostegno del Ministero dell’Agricoltura, conferma l’aumento di turisti attratti dalle denominazioni agroalimentari. Questa crescita interessa soprattutto la fascia dei Millennials, attratti da proposte che uniscono la voglia di stare all’aria aperta con esperienze autentiche legate al territorio montano.

Questi viaggiatori cercano più del semplice prodotto: vogliono capire la storia, visitare le malghe, partecipare a degustazioni e scoprire le pratiche di produzione. La montagna diventa così un luogo dove ritrovare legami con la natura e tradizioni culturali, aspetti spesso percepiti come assenti nella vita urbana contemporanea.

Eventi come “Made in Malga” e iniziative analoghe vengono percepiti da visitatori e operatori come occasioni per rinsaldare legami sociali e riconoscere l’importanza del lavoro dei malgari. La sostenibilità ambientale e il rispetto degli habitat tradizionali emergono come temi centrali, in linea con le richieste di un pubblico che privilegia scelte consapevoli e responsabili.

Sfide per la gestione e la tutela delle malghe nel contesto veneto

Nonostante la crescente attenzione verso i prodotti da denominazione montana e il turismo collegato, le malghe della Regione Veneto si trovano ad affrontare alcune difficoltà. Problemi di manutenzione e di gestione derivano da risorse pubbliche insufficienti per garantire la conservazione e la fruizione di questi spazi.

Rappresentanti locali come Nicola Rossi e Fiorenzo Rigoni hanno sollevato critiche riguardo i fondi messi a disposizione dalla Regione, considerati inadeguati per salvaguardare queste strutture. Il bando regionale da un milione di euro per le malghe si rivela poco efficace, lasciando non poche preoccupazioni sul futuro di questi luoghi di lavoro e tradizione.

Il rischio di abbandono delle malghe implicherebbe non solo la perdita di una ricchezza culturale e ambientale, ma anche l’indebolimento di un settore economico legato al turismo esperienziale e alla produzione di prodotti tipici come l’Asiago Dop. La gestione efficace e il supporto finanziario restano quindi punti critici per mantenere viva la montagna veneta e i suoi legami con la tavola.

Le malghe rappresentano un microcosmo dove la tradizione casearia incontra la natura, stipulando un patto che rischia di rompersi senza interventi mirati. È evidente che per sostenere questo equilibrio servano risposte concrete, in grado di assicurare la sopravvivenza di un patrimonio territoriale con ripercussioni anche sul turismo e l’economia locale.