Un’operazione dei carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Giugliano in Campania ha portato a significativi arresti e sequestri nell’ambito di un’inchiesta contro il traffico di sostanze stupefacenti. L’azione, coordinata dalle autorità locali, ha evidenziato il persistente problema del narcotraffico nella provincia di Caserta, facendo emergere le reti di produzione e distribuzione di droga nella zona.
L’operazione dei carabinieri
Svolgimento del blitz
Il blitz dei carabinieri ha avuto luogo a Giugliano in Campania, dove i militari hanno eseguito una serie di perquisizioni mirate. Gli agenti hanno arrestato Basile Carmine, un uomo di 34 anni, e suo padre, un incensurato 74enne. A questi si è aggiunto un 24enne albanese, incensurato e residente a Sparanise. Tutti e tre sono accusati di concorso in produzione e detenzione di stupefacenti, oltre a numerosi reati connessi al possesso di armi illecite.
I carabinieri, durante le perquisizioni, hanno trovato un considerevole quantitativo di marijuana, circa 9 chili e 114 grammi di sostanza già confezionata in buste termosaldate, rinvenuta all’interno dell’abitazione dei Basile. Questo sequestro ha spinto gli uomini dell’Arma a intensificare le indagini, che hanno condotto a un casolare di proprietà della famiglia Basile nella località Tre Masserie di Sparanise, dove si è rivelata l’esistenza di un vero e proprio hortus conclusus per la coltivazione della marijuana.
Scoperta della piantagione
La perquisizione presso il casolare ha portato alla luce 70 piante di marijuana in fase di essiccazione, tutte alte circa due metri. I carabinieri hanno anche sequestrato ulteriori 3 chili e 388 grammi di marijuana, anch’essa in fase di essiccazione. L’operazione ha rivelato l’esistenza di un’organizzazione che non solo deteneva e spacciava marijuana, ma si occupava attivamente della sua produzione su larga scala.
In concomitanza con il sequestro della droga, sono stati trovati vari strumenti utilizzati per il confezionamento della sostanza stupefacente, il che suggerisce un’attività strutturata e ben organizzata. La dimensione dell’operazione ha colpito non solo per la quantità di droga sequestrata, ma anche per l’evidente organizzazione dei responsabili.
Sequestro di armi
Il ritrovamento di armi illecite
Una parte ancor più inquietante dell’operazione è stata la scoperta di armi all’interno dell’abitazione e del casolare. I carabinieri hanno sequestrato un fucile da caccia di provenienza illecita, risultato rubato nel 2001, ma in perfette condizioni operative. In aggiunta, sono state trovate 38 cartucce di calibro 12, il che rappresenta una grave violazione delle normative sul possesso di armi.
Non solo un fucile, ma anche una pistola a salve priva del tappo rosso è stata pronta in mano dei militari durante l’operazione. La presenza di armi, in un contesto già compromesso dalla droga, ha sollevato ulteriori preoccupazioni riguardo alle possibili connessioni con la criminalità organizzata e al livello di violenza che potrebbe derivarne.
Conseguenze legali per gli arrestati
Gli arrestati sono stati trasferiti in carcere, dove affronteranno gravi accuse relative alla produzione e distribuzione di sostanze stupefacenti, oltre a quelle correlate al possesso di armi da fuoco. Saranno ora sottoposti a interrogatori per chiarire ulteriori dettagli riguardanti le loro attività e eventuali complici.
Questa operazione dei carabinieri rappresenta un passo significativo nella lotta contro il narcotraffico e la criminalità organizzata nella regione, dimostrando l’impegno delle autorità nel reagire a queste problematiche con determinazione e forza. Le indagini proseguiranno, con l’obiettivo di smantellare completamente le reti criminali coinvolte nella produzione e distribuzione di droghe e armi.