Calo dei prezzi carburanti a Ferragosto, ma rincari rispetto al 2020 pesano sulle famiglie italiane

di Ivan Rossi

Prezzi carburanti in calo a Ferragosto, ma il confronto con il 2020 resta difficile per le fam - Ilvaporetto.com

La stagione delle partenze estive del 2025 segna un cambiamento rispetto agli ultimi anni dal punto di vista dei carburanti. Per la prima volta i listini alla pompa di benzina e gasolio non hanno subito rincari importanti nei giorni del grande esodo, segnalano i dati ufficiali. La situazione però non rappresenta una vera tregua per i consumatori italiani, che continuano a sostenere costi più elevati rispetto a cinque anni fa. L’analisi del Codacons evidenzia come il prezzo alla pompa, pur in leggera discesa rispetto a alcune settimane fa, mantenga un divario sostanzioso con i livelli del 2020, incidendo pesantemente sul bilancio delle famiglie durante l’estate.

Calo progressivo dei prezzi ma livelli ancora elevati rispetto al passato

I dati elaborati dal Codacons sulla base delle rilevazioni del Ministero della Transizione Ecologica mostrano un andamento dei prezzi carburanti in Italia caratterizzato da una diminuzione iniziata a fine giugno 2025. Nel periodo di Ferragosto il prezzo medio della benzina si è fermato intorno a 1,701 euro al litro, mentre il gasolio ha toccato i 1,631 euro/litro. Questi valori segnano un calo progressivo rispetto ai mesi precedenti ma restano superiori rispetto all’estate del 2020. Allora, infatti, la benzina in media costava 1,398 euro al litro e il gasolio 1,284 euro al litro.

Queste differenze rappresentano aumenti del 21,7% per la benzina e quasi il 27% per il gasolio, percentuali che si traducono in un aggravio significativo per chi si mette in viaggio. Un pieno di benzina oggi costa oltre 15 euro in più rispetto a cinque anni fa, mentre un pieno di gasolio fa segnare un aumento di circa 17,3 euro.

I prezzi medi alla pompa risentono anche delle differenze regionali e tra i distributori in autostrada e quelli sulla rete ordinaria. Tuttavia i dati complessivi indicano che, nonostante il recente trend al ribasso, il livello dei listini rimane consistente, specialmente se confrontato con il passato recente. Il confronto con il 2020, che resta un anno chiave per valutare l’andamento dei prezzi, mette in luce quanto il costo del carburante si sia alzato in un arco di tempo relativamente breve.

Impatto economico dell’aumento dei carburanti sulle famiglie durante l’esodo estivo

I rincari registrati negli ultimi anni impattano in modo diretto sul portafoglio degli italiani durante le vacanze. Milioni di spostamenti in auto nelle settimane di esodo e controesodo estivo moltiplicano l’effetto di questi aumenti. Se si considera che migliaia di famiglie fanno rifornimento per partire o rientrare, il costo aggiuntivo accumulato si traduce in un impegno economico di centinaia di milioni di euro.

Questo peso si concentra proprio nel periodo in cui le spese familiari aumentano di norma, per via delle vacanze e di altre necessità legate al tempo libero. Gli incrementi di prezzo rispetto ai livelli precedenti costringono molte famiglie a rinunciare a viaggi più lunghi o a ridurre altre spese per compensare il maggior costo del carburante.

Il pieno di benzina o gasolio rappresenta una spesa non secondaria, specialmente per chi utilizza l’auto come mezzo principale per raggiungere mete turistiche o parenti. Il rincaro, che si traduce in decine di euro in più ogni volta che si fa il pieno, pesa sulle decisioni di viaggio e influenza l’organizzazione delle ferie. In alcuni casi spinge a cercare alternative ai tragitti più lunghi o all’uso dell’auto privata.

L’ampiezza di questo fenomeno riflette la struttura degli spostamenti estivi in Italia, caratterizzati da un rapido aumento delle percorrenze su strada nel mese di agosto. Il fatto che i prezzi siano rimasti elevati, nonostante una lieve flessione, rende la situazione particolarmente sentita da chi deve affrontare costi più alti in un periodo già gravoso per il bilancio familiare.

Dinamiche di mercato e potenziali margini di riduzione dei prezzi carburanti

L’analisi del Codacons segnala alcune anomalie nel mercato dei carburanti che meritano attenzione. Benché le quotazioni internazionali del petrolio abbiano subito un calo significativo di oltre il 16% da giugno 2025, il prezzo alla pompa è sceso soltanto del 2% nello stesso intervallo, una discrepanza che evidenzia margini per una riduzione più marcata dei listini.

È vero che il prezzo del greggio non è l’unico fattore che determina i prezzi alla pompa. Nella formazione del prezzo entrano costi logistici, accise, margini dei distributori e dinamiche commerciali. Ciò non toglie che una contrazione così rilevante delle quotazioni internazionali avrebbe dovuto riflettersi con maggiore efficacia sulle tariffe al consumo.

Il Codacons richiama in particolare l’attenzione sulla rapidità con cui i prezzi della benzina e del gasolio sono saliti dopo eventi geopolitici come la guerra in Iran. I rialzi sono stati molto accelerati mentre la discesa attuale appare più contenuta, alimentando dubbi sul reale funzionamento dei meccanismi di mercato. Questo scenario lascia ipotizzare la presenza di margini per interventi o aggiustamenti che potrebbero portare a un abbassamento più sensibile dei prezzi alla pompa.

La crescita degli ultimi anni ha saturato la propensione delle famiglie a sostenere costi più alti per i combustibili e limita la capacità di spesa per viaggi e altre attività. In questo quadro, un riequilibrio dei prezzi avrebbe un effetto immediato e concreto sulle tasche degli italiani, in particolare nel periodo estivo, così impegnativo per chi deve muoversi su strada.

Il confronto con le quotazioni petrolifere internazionali suggerisce quindi che i listini attuali non riflettono pienamente le condizioni globali del mercato, con conseguenze economiche di ampia portata per milioni di consumatori.