Come i messaggi di fine anno dei presidenti hanno raccontato l’evoluzione dell’Italia repubblicana dal 1949 a oggi

di Ivan Rossi

Messaggi di fine anno dei presidenti, traccia dell’Italia repubblicana dal 1949 a oggi. - Ilvaporetto.com

Il libro “Parla il Colle” di Carlo Bartoli offre una lettura inedita dell’Italia attraverso lo studio di 76 messaggi di fine anno pronunciati dagli 11 presidenti della Repubblica dal 1949 al presente. Questa raccolta scandaglia il cambiamento della politica, degli eventi e delle priorità del Paese nel corso dei decenni, mostrando come i discorsi presidenziali abbiano rappresentato uno specchio fedele dell’Italia repubblicana. L’opera è stata presentata a Perugia, nel Consiglio provinciale, e invita a riflettere sui temi ricorrenti e sulle diverse voci adottate nelle comunicazioni istituzionali.

L’importanza storica e comunicativa dei messaggi di fine anno

I messaggi di fine anno dei presidenti della Repubblica attirano l’attenzione per la loro continuità e significato politico e sociale dal secondo dopoguerra a oggi. Carlo Bartoli sottolinea come questa forma comunicativa rappresenti, forse, l’unico momento annuale in cui il capo dello Stato rivolge direttamente un discorso a tutti gli italiani con una forte carica simbolica. Questi interventi riflettono infatti, sia il linguaggio della politica e delle istituzioni, sia i sentimenti collettivi della popolazione.

Bartoli racconta che ogni presidente ha dato un’impronta diversa al messaggio, con sfumature che variano in base all’epoca e agli eventi in corso. Le parole di chi ha ricoperto la più alta carica dello Stato sono quindi una mappa per capire la storia civile italiana a partire dal 1949. Questi discorsi attraversano richiami a fatti storici, momenti di crisi e speranze comuni, ma anche temi che si ripresentano ciclicamente, dimostrando stabilità e cambiamenti nel Paese.

I temi ricorrenti e le differenze nel vocabolario presidenziale

Un aspetto interessante del libro è l’analisi delle parole più frequenti oppure assenti nei messaggi presidenziali. Bartoli osserva una forte presenza del termine “giovani”, che compare ripetutamente in tutti i decenni, segno dell’attenzione rivolta alle nuove generazioni e al loro ruolo nel futuro dell’Italia. Al contrario, “anziani” è un termine che ricorre molto raramente, suggerendo una diversa modalità di rappresentazione e attenzione verso le fasce d’età più avanzate.

Queste scelte linguistiche aiutano a capire quali siano state le priorità e le sensibilità del Capo dello Stato in momenti storici diversi. I messaggi talvolta menzionano eventi internazionali che ritornano nel tempo. Ad esempio, nel 1981 Sandro Pertini denunciò la situazione a Gaza e l’invasione sovietica della Polonia, temi che, come notato da Bartoli, sono rimasti attuali a distanza di decenni. Questi richiami ricostruiscono una cronologia di preoccupazioni politiche e sociali condivise in diversi periodi della storia italiana.

La presentazione a Perugia e il coinvolgimento delle istituzioni locali

La presentazione del libro si è svolta nel 2025 presso la sala del Consiglio provinciale di Perugia, un evento che ha coinvolto esponenti delle istituzioni umbre e giornalisti. Luca Benedetti, presidente del Consiglio umbro dell’Ordine dei giornalisti, ha moderato l’incontro, arricchendolo con commenti sulle ricadute del volume sul ruolo e la funzione del giornalismo.

Tra i partecipanti sono intervenuti Tommaso Bori, vicepresidente della Regione Umbria, Francesca Pasquino, consigliera provinciale, Marco Pierini, vice sindaco di Perugia, e Luca Ginetto, direttore della Tgr Rai Umbria. I contributi degli ospiti hanno sottolineato come un’analisi così dettagliata dei messaggi presidenziali rappresenti un’occasione per riflettere sulla memoria collettiva e sul rapporto tra istituzioni e cittadini nel tempo.

Il ruolo del presidente della repubblica nei discorsi di fine anno

Nel libro emerge con chiarezza il ruolo cruciale del presidente della Repubblica come garante dell’unità nazionale e interprete degli umori e delle attese della società italiana. I discorsi di fine anno diventano una sorta di bilancio morale e politico, con il capo dello Stato che assume il compito di rievocare momenti condivisi e affrontare questioni al centro dell’attenzione pubblica.

Questa funzione viene ribadita dalla costanza con cui, anno dopo anno, i presidenti hanno scelto di parlare agli italiani nel momento che segna il passaggio verso il nuovo anno. Quel momento simbolico ha mantenuto intatta la sua forza comunicativa. Permette di collegare passato e presente, invitando a una riflessione collettiva che si accompagna a quel senso di continuità democratica che caratterizza la Repubblica.

L’opera di Bartoli quindi non solo ripercorre i testi di queste parole, ma restituisce un quadro dettagliato dell’evoluzione del contesto politico e sociale. Permette di cogliere come, pur nei mutamenti, certi temi rimangano fermi e ripresenti alle nuove generazioni, offrendo un documento cruciale per chiunque voglia comprendere l’Italia in chiave storica e culturale.