Discussione sul rigore contro Juventus dopo un tocco di mano non evidente al braccio di Joao Mario

di Ivan Rossi

Controversia sul rigore per Juventus dopo presunto tocco di mano di Joao Mario. - Ilvaporetto.com

Nel corso della partita tra Verona e Juventus si è acceso un intenso dibattito sulla decisione arbitrale riguardo un rigore assegnato ai bianconeri. La situazione coinvolge una rimessa laterale battuta da Bradaric che ha portato a un contrasto aereo di Nelsson, il quale in qualche modo entra in possesso del pallone. Da qui il pallone, che salta da Nelsson, colpisce il braccio di Joao Mario, che appare piegato al gomito. Questo tocco è stato giudicato mano e ha causato la concessione del rigore da parte dell’arbitro Rapuano.

Le dinamiche dell’azione che ha portato al rigore

L’episodio si è verificato durante una fase di gioco offensiva di Verona contro Juventus, con Bradaric che ha effettuato una rimessa laterale verso il centro dell’area. Nelsson, difensore del Verona, ha saltato per intercettare il pallone. Tuttavia, nel tentativo di controllare il pallone aereo, il pallone si è fortuitamente spostato verso il braccio di Joao Mario, posizionato al gomito con un angolo non completamente esteso ma sufficientemente largo da far discutere sull’effettiva volontarietà.

Rapuano, arbitro sul campo, ha preferito lasciare proseguire l’azione in prima battuta, valutando che potrebbe non esserci stato intervento da punire. La situazione è cambiata poi con l’intervento del VAR Aureliano, che ha richiamato l’arbitro e lo ha convinto a rivedere l’azione. Dopo il controllo al video, è stato concesso un calcio di rigore per Juventus, decisione che ha alimentato varie interpretazioni sulla severità del fischio.

Il ruolo del VAR e le polemiche sul rigore concesso

Il VAR ha svolto un ruolo decisivo nel ribaltare la decisione iniziale di Rapuano e nell’indicare la presenza di un tocco di mano in area di Joao Mario. L’arbitro al VAR, Aureliano, è intervenuto con attenzione nell’incertezza di un episodio non limpido, evidenziando la difficoltà nel giudicare un tocco non evidente che però è stato ritenuto sufficiente per il rigore.

C’è chi si è domandato però perché in un altro episodio, quello del contrasto tra Orban e Gatti, il VAR non sia intervenuto per sanzionare con un cartellino rosso il giocatore del Verona. Questo confronto ha scatenato discussioni sul criterio di valutazione della gravità dei falli e sulla coerenza nelle decisioni arbitrali e tecnologiche durante la gara.

L’ambiguità del tocco di mano tra regolamento e interpretazione

Il contatto tra pallone e braccio di Joao Mario si inserisce in una zona grigia tra regolamento e interpretazione arbitrale. Il braccio risultava piegato e non completamente disteso, quindi la posizione non appare del tutto innaturale. La decisione di concedere un rigore su un gesto non chiarissimo ha scatenato i dubbi su quanto la mano sia stata “voluta” o se piuttosto si sia trattato di un episodio casuale.

L’arbitro Rapuano, dopo il richiamo del VAR, ha valutato che il tocco ha alterato volontariamente il gioco o comunque ha rappresentato un’infrazione sufficiente a interrompere l’azione concedendo la massima punizione. Questo crea un precedente su come certi tocchi accidentali ed anche se parziali, vengono trattati in competizioni di alto livello. Le opinioni restano divise sulla limpidezza di questa assegnazione, ma il regolamento tecnico offre margini tali da generare contenziosi in situazioni analoghe.

I fatti così come accaduti mostrano la complessità dell’interpretare episodi borderline in partita e l’importanza del VAR come supporto per decisioni arbitrali che condizionano risultati, benché non eliminino tutte le controversie tra addetti ai lavori e tifosi.