Dozza Imolese si prepara alla 30ª Biennale Del Muro Dipinto: focus sulla conservazione delle opere
Dozza Imolese, piccolo borgo medievale della Romagna, si prepara ad accogliere dal 15 al 21 settembre 2025 la trentesima edizione della Biennale del Muro Dipinto. Quest’anno la manifestazione festeggia 60 anni di attività senza interruzioni. L’appuntamento si conferma una sfida a unire passato e presente, in un paese diventato un vero e proprio museo a cielo aperto. Al centro del programma c’è l’arte pubblica ma anche la tutela delle opere storiche che rendono unico questo luogo. Il tema scelto per questa edizione è “Save the Wall”, un invito a preservare e valorizzare la memoria collettiva attraverso il restauro e la creazione artistica sulle pareti del borgo.
Biennale Del Muro Dipinto: una tradizione tra memoria e innovazione
La Biennale di Dozza è una delle rassegne di arte murale più longeve in Italia, nata nel 1965. Ambientata nel cuore del borgo medievale, ogni anno trasforma le pareti delle case in tele che raccontano storie. Questa edizione, che segna i sessant’anni della manifestazione, conferma Dozza come punto di riferimento per chi ama l’arte pubblica.
Nel tempo la Biennale ha consolidato il suo ruolo culturale, andando oltre la semplice creazione artistica e puntando anche alla salvaguardia del patrimonio esistente. Con una formula aperta a diversi stili e linguaggi, il festival permette agli artisti di dialogare con lo spazio urbano e con la comunità. A ogni edizione si aggiungono nuovi muri, che arricchiscono l’identità artistica del paese, mantenendo vivo un racconto che mescola passato e presente.
“Save The Wall”: la conservazione al centro della Biennale 2025
Il tema di quest’anno, “Save the Wall”, mette in primo piano la protezione delle opere murarie dal degrado e dalla perdita. È un richiamo forte a prendersi cura del valore storico e culturale dei murales, molti dei quali risalgono alle prime edizioni della Biennale. Sono previsti venti interventi di restauro, che riguarderanno opere fondamentali come “L’uomo e la macchina” di Nevio Bedeschi , “Muratore” di Remo Pasetto , “Siesta sulla spiaggia” di Giuliano Pini e “La scalata” di Concetto Pozzati .
Il restauro non si limiterà alla pittura, ma coinvolgerà anche la protezione delle superfici murarie dagli agenti atmosferici e dall’usura naturale. L’attenzione si estende anche a opere più recenti, come il murale senza titolo realizzato da Eron nel 2007, a dimostrazione dell’impegno a mantenere intatto un patrimonio variegato e trasversale nel tempo. Questi interventi restituiranno alle opere il loro aspetto più vicino all’originale, permettendo di apprezzarne pienamente il valore artistico e storico.
Nuovi artisti e opere: tra innovazione e tradizione nel cuore del borgo
Oltre al restauro, quest’anno sono in arrivo quattro nuove installazioni. Due saranno realizzate sulle pareti di Dozza: una da Augusto Giuffredi, restauratore e artista di Montecchio Emilia, e l’altra da Lara Ilaria Braconi, pittrice milanese nota per il suo approccio intenso alla condizione umana e al rapporto con la natura. Questi lavori si proporranno di dialogare con lo spazio e la storia del luogo.
Le altre due opere nasceranno a Toscanella, frazione di Dozza, e sono firmate da artisti già noti nelle passate edizioni: Marco Lazzarato, docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna, e Andrea Gualandri, attivo sia in ambito educativo sia nel campo della pittura. Le nuove creazioni, oltre a portare una ventata di contemporaneità, allargheranno la presenza artistica sul territorio comunale.
La scelta delle opere da restaurare e delle nuove installazioni è stata affidata alla rinnovata Commissione Inviti, composta da figure provenienti da diversi settori. Questa varietà garantisce un’offerta artistica equilibrata, fedele alla tradizione della Biennale ma aperta alle esigenze culturali attuali del borgo.
Sessant’anni di arte e comunità: il valore della Biennale
La trentesima Biennale del Muro Dipinto racconta una storia lunga sei decenni, fatta di cambiamenti e di dialogo tra generazioni. L’evento è diventato uno strumento per far emergere la memoria collettiva attraverso un linguaggio visivo che attraversa piazze, strade e abitazioni. La scelta di puntare sul restauro mostra una crescente consapevolezza sull’importanza di conservare l’arte pubblica come testimonianza tangibile della cultura locale.
Grazie alla partecipazione di artisti affermati e giovani talenti, la manifestazione mantiene vivo il legame tra arte e comunità. “Dipingere sulle pareti di Dozza significa entrare in contatto con una tradizione che ha trasformato il volto del paese e che ogni due anni richiama visitatori, appassionati e studiosi.” La Biennale non è solo un evento artistico, ma un vero e proprio progetto culturale che valorizza il patrimonio materiale e immateriale del territorio.
