Eugenio Scalfari e la sua inaspettata vicinanza a Ciriaco De Mita negli anni della DC
Eugenio Scalfari, fondatore e direttore del quotidiano “la Repubblica”, in un passaggio della sua carriera prese una posizione sorprendente rispetto allo scenario politico italiano. In un’epoca in cui la Democrazia Cristiana guidava il paese, Scalfari si schierò apertamente con uno dei suoi leader, Ciriaco De Mita, nonostante ciò andasse contro l’orientamento del suo giornale e dei suoi collaboratori. Questa particolare alleanza mise in luce dinamiche insolite tra centro e sinistra nella storia politica italiana.
Il sostegno di scalfari a De Mita in un contesto politico complesso
Negli anni in cui la Democrazia Cristiana aveva un ruolo centrale nella politica italiana, Eugenio Scalfari espresse pubblicamente un appoggio a Ciriaco De Mita, allora segretario del partito. Questa presa di posizione rappresentava una rottura con l’atteggiamento predominante nel suo giornale, “la Repubblica”, noto per una linea più vicina alla sinistra e distante dalla DC. Scalfari motivò la sua scelta spiegando che De Mita personificava il ramo liberale della Democrazia Cristiana. Sosteneva che sotto la sua guida si sarebbe potuto instaurare un dialogo più collaborativo e pragmatico con le forze di sinistra, allontanandosi dagli scontri ideologici tipici del periodo.
Questo approccio di Scalfari evidenzia un tentativo di favorire il confronto e la mediazione tra la sinistra e una parte moderata del centro. Il punto di vista del giornalista non era condiviso da molti suoi redattori che invece mantenevano posizioni decisamente più critiche nei confronti della DC. La sua difesa di De Mita, dunque, rappresentava un’eccezione dentro un quadro politico fortemente polarizzato, e mise in evidenza una diversa interpretazione dei possibili alleati politici per la sinistra italiana sotto l’egida di un partito di centrodestra come la DC.
De mita come rappresentante del ceppo liberale nella democrazia cristiana
L’identificazione di Ciriaco De Mita come figura rappresentativa del “ceppo liberale” nella Democrazia Cristiana fu il fulcro del ragionamento di Scalfari. Secondo il giornalista, De Mita incarnava valori e metodi che potevano avvicinare il partito di centro alle posizioni progressiste, aprendo la strada ad un confronto più produttivo. Questa definizione andava in controtendenza nei confronti di una visione più rigida che vedeva la DC come un blocco conservatore e impenetrabile rispetto alle istanze della sinistra.
De Mita si distingueva per un atteggiamento meno dogmatico rispetto agli altri dirigenti democristiani. Il suo orientamento più liberale si manifestava nel modo con cui affrontava le sfide politiche e nel dialogo con altre forze politiche. Scalfari considerava questa apertura una risorsa preziosa per la costruzione di un’Italia più inclusiva e meno divisiva. Poteva essere quindi visto come una figura capace di superare le tradizionali barriere tra centro e sinistra e di dare avvio a un sistema di relazioni politiche meno conflittuale.
Il riferimento curioso a Paulo Coelho nella riflessione di scalfari
In una delle sue note più originali, Scalfari invitò a “andatevi a leggere Paulo Coelho” come parte di un discorso più ampio che legava le qualità politiche di De Mita a un contesto di apertura e filosofia quotidiana. Questo riferimento a uno scrittore noto per i suoi testi ispirazionali potrebbe sembrare fuori luogo nella cronaca politica, ma serve a sottolineare un aspetto più umano e riflessivo del pensiero di Scalfari.
Il richiamo all’autore brasiliano sembra voler suggerire la necessità di guardare oltre le rigidità ideologiche e di cogliere l’importanza di un dialogo autentico e costruttivo, temi ricorrenti nelle opere di Coelho. Questa citazione contribuisce a delineare una figura politica come De Mita non solo attraverso la sua azione partitica, ma anche come portatore di una visione inedita, più aperta alla collaborazione e al confronto. Di fatto, conferma l’idea di Scalfari che la sinistra avrebbe potuto trovare in quel ramo della Democrazia Cristiana un interlocutore meno distante e più incline al dialogo politico.
