Fuori concorso Venezia 2025: da guadagnino a Capuano passando per horror e dramma italiano
La 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha presentato una selezione fuori concorso che spazia tra vari generi e stili, con opere italiane e internazionali molto attese. Tra questi, Luca Guadagnino con After the Hunt e Antonio Capuano con L’isola di Andrea hanno attirato l’attenzione degli spettatori e della stampa, confermando il Lido come punto di riferimento per il cinema contemporaneo.
il nuovo film di luca guadagnino con julia roberts posto al centro di un tormentato bivio personale
After the Hunt è senz’altro il titolo più atteso tra i fuori concorso. Diretto da Luca Guadagnino, il film racconta la storia di una professoressa universitaria che si trova ad affrontare un momento difficile sia nel lavoro che nella vita privata. Julia Roberts interpreta questo ruolo complesso, in cui la protagonista deve fare i conti con l’accusa di una sua alunna, che coinvolge un collega di lavoro. La pellicola si caratterizza per la sua capacità di trattare temi delicati senza rinunciare a un’estetica curata e un racconto che tiene alta la tensione emotiva.
La scelta di Guadagnino di inserire questa storia in una sezione fuori concorso dimostra la volontà di sperimentare e proporre al pubblico un film che unisce dramma e tematiche attuali, senza le pressioni di competizione. Il film si inserisce in un contesto di festival che valorizza le differenze di genere, andando dal dramma al thriller o addirittura all’horror. La presenza di Julia Roberts aggiunge una cifra importante al cast, portando un volto noto e una recitazione che ha da sempre attirato l’attenzione per profondità e capacità di calarsi nei personaggi.
l’isola di andrea di antonio capuano: un dramma famigliare con battaglia giudiziaria e riconoscimento
Un altro film italiano fuori concorso che si è fatto notare è L’isola di Andrea diretto da Antonio Capuano, regista napoletano che nel 2025 ha ricevuto il Premio Pietro Bianchi al Lido, premio assegnato dai Giornalisti Cinematografici Italiani e dedicato a personalità del mondo del cinema con contributi rilevanti. Il film esplora un contesto familiare complesso, con una coppia separata che si confronta in tribunale per la custodia del figlio.
Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni interpretano i due genitori opposti e coinvolti in un conflitto legale che rivela ferite personali profonde. Andrea Migliucci è il bambino al centro della vicenda, elemento che accende la tensione tra passato e futuro della famiglia. Capuano si muove nel solco del legal drama con uno sguardo realistico e senza edulcorare gli aspetti più dolorosi delle relazioni familiari divise.
Il premio assegnatogli al festival sottolinea non solo la qualità del film ma anche la costante attenzione che Capuano riserva a tematiche sociali, portando sullo schermo storie che intrecciano sofferenza, ingiustizia e conflitto in modo diretto e intenso.
Varietà di generi nei fuori concorso, dall’onirico al thriller passando per horror e viaggi nel tempo
La sezione fuori concorso del 2025 propone titoli che coprono una vasta gamma di generi. Dal dramedy italiano Il maestro di Andrea Di Stefano, ambientato alla fine degli anni Ottanta, con la storia di Felice, giovane promessa del tennis, fino all’explicit horror La valle dei sorrisi di Paolo Strippoli. Quest’ultimo si svolge in un piccolo paese di montagna dove ogni abitante appare stranamente felice, mentre il professore Sergio Rossetti, interpretato da Michele Riondino, cerca di scoprire cosa si nasconde dietro questa apparente armonia.
Il cinema sperimentale è rappresentato da Orfeo, primo lungometraggio di Virgilio Villoresi, che si ispira liberamente al Poema a fumetti di Dino Buzzati e promette un viaggio onirico nel surreale, mentre da Parigi arriva Chien 51 di Cédric Jimenez, thriller distopico ambientato in una metropoli divisa in tre zone separate dalle classi sociali, controllate da un’intelligenza artificiale chiamata ALMA.
Altri titoli incisivi sono Sermon to the Void di Hilal Baydarov, realizzato interamente nel deserto con effetti visivi che accompagnano lo spettatore in una riflessione sulla fugacità della vita, e Hateshinaki Scarlet di Mamoru Hosoda, animazione giapponese che indaga il tema della vendetta in una dimensione chiamata Terra dei Morti. Queste opere offrono spunti profondi e diversi sulle possibilità narrative del cinema contemporaneo.
Pellicole di cronaca e storie ispirate al reale tra dramma e thriller internazionali
La cronaca si fa cinema con Dead Man’s Wire di Gus Van Sant, che rievoca l’episodio del 1977 a Indianapolis in cui Tony Kiritsis, interpretato da Bill Skarsgård, prese in ostaggio il suo broker per protestare contro una presunta truffa finanziaria. La vicenda durò tre giorni e catturò l’attenzione nazionale, diventando un caso mediatico.
The Last Viking di Anders Thomas Jensen segue invece la sorte di Anker, tornato in libertà dopo 15 anni di carcere per rapina. Suo fratello Manfred, che ha un disturbo mentale, ha dimenticato dove ha sepolto il denaro rubato. Questa trama si sviluppa tra conflitti familiari, tensioni e una lotta contro il tempo per recuperare quanto perso.
Tra i nomi di punta c’è poi In The Hand of Dante di Julian Schnabel, girato in gran parte in Italia e ricco di star internazionali come Oscar Isaac, Gal Gadot, Al Pacino e Mads Mikkelsen. Il film rievoca il periodo dell’XI secolo in cui Dante Alighieri cercava ispirazione per la Divina Commedia, intrecciando questa ambientazione storica alla caccia nel XXI secolo di un manoscritto che si credeva perduto. Il racconto mescola storia, letteratura e moderno thriller in un’opera ambiziosa che punta a segnare il festival.
L’edizione 2025 del festival di Venezia conferma il suo ruolo di vetrina per produzioni che non solo divergono nei generi ma cercano anche di raccontare storie profonde, riflettere su questioni sociali o semplicemente intrattenere con la forza di interpreti di primo piano e registi dal respiro internazionale.
