Gianmarco Tamberi, l’atleta italiano di salto in alto, ha recentemente rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui esprime i suoi pensieri dopo la sua partecipazione alle Olimpiadi. Il campione ha parlato della sua condizione fisica, dei suoi obiettivi futuri e delle sfide personali che sta affrontando, sottolineando che la sua partecipazione alle Olimpiadi potrebbe non essere stata l’ultima della sua carriera. Queste riflessioni arrivano dopo un periodo di grande intensità e successo, ma anche di incertezze, per un giovane atleta che si trova ora a dover affrontare le realtà del tempo e del corpo.
Il peso delle aspettative e le riflessioni sugli allenamenti
Tamberi ha rivelato di considerare l’ultima Olimpiade come l’“ultima gara” della sua carriera, esprimendo un forte rammarico per non aver potuto esprimere al meglio le sue potenzialità fisiche. “So che in quella condizione fisica avrei vinto l’oro,” ha dichiarato, mettendo in luce non solo il desiderio di eccellere a livello internazionale ma anche la determinazione di affrontare la competizione alla sua massima espressione. È chiaro che l’atleta sta riflettendo sugli sforzi necessari per allenarsi e competere a livello professionale, considerando che la degenerazione dei tessuti potrebbe influenzare la sua prestazione. Viene quindi spontaneo domandarsi se il suo corpo possa reggere la pressione di ulteriori anni di duri allenamenti e competizioni.
Secondo Tamberi, un’altra stagione di preparazione potrebbe essere realizzabile, in particolare in vista dei Mondiali a Tokyo, in programma dal 13 al 21 settembre. Tuttavia, la vera sfida si presenterà nell’obiettivo finale: partecipare ai giochi di Los Angeles. L’atleta è combattuto, riflettendo su come i carichi di lavoro potrebbero influenzare il suo fisico e il tempo che ha davanti.
Le sfide mentali: paura e determinazione
Uno dei temi predominanti nell’intervista è il conflitto interiore che Gianmarco sta vivendo. Ha ammesso chiaramente che sia il pensiero di mollare sia l’argomento dei “mille problemi” legati all’età pesano sulla sua mente. A 36 anni, le difficoltà si moltiplicano, e il campione è cosciente di dover affrontare un cammino lungo e tortuoso. La paura di affrontare un’altra caduta, di subire un infortunio o di non essere all’altezza delle aspettative si fa sentire pesantemente.
“Il rischio di mollare è concreto se non ci si mette in una condizione di sfida continua,” ha evidenziato. Questo approccio non è solo una strategia mentale; è una filosofia di vita e di sport. Tamberi ha raccontato che la determinazione di spingersi oltre i limiti, l’atteggiamento con cui si è avvicinato alle Olimpiadi di Tokyo, è stato fondamentale per il suo successo. Se non avesse creduto possibile un trionfo, avrebbe potuto arrendersi prima. Tuttavia, l’atleta è consapevole che agevolare la propria preparazione è cruciale anche per il futuro.
La strada verso Los Angeles: speranze e possibilità
Malgrado le sue paure, Tamberi si mantiene ottimista rispetto alle sue possibilità di ottenere risultati positivi nelle prossime competizioni. Nonostante un momento di incertezze, afferma che non si tratta di un’idea estremamente remota vincere a Los Angeles. “Le possibilità sono tante e sono concrete,” ha dichiarato con un certo orgoglio, mostrando una determinazione a non lasciarsi sopraffare. Sottolinea inoltre come la pressione e il mondo che circonda gli sport di alto livello possano apparire come barriere importanti, ma servono anche come motivazione per dimostrare il proprio valore.
L’atleta ha condiviso che, pur avendo meno incoscienza rispetto agli anni precedenti, la sua esperienza lo rende più cauto, ma altrettanto determinato. Comprende che risollevarsi da eventuali battute d’arresto è fondamentale, promettendo a se stesso che affronterà ogni sfida con il massimo impegno. La volontà di non deludere se stesso e i suoi fan resta al centro delle sue aspirazioni, mentre il cammino verso i giochi olimpici di Los Angeles continua a popolare i suoi pensieri e allenamenti quotidiani.