A Pomigliano d’Arco, la recente decisione del Consiglio di Stato ha definitivamente chiuso la strada all’opposizione del comitato Laudato Si riguardo all’impianto di biodigestione. La vicenda, che coinvolge il sindaco Raffaele Russo e il presidente del comitato Don Peppino Gambardella, ha suscitato un acceso dibattito sui temi della salute pubblica e della tutela ambientale, sollevando interrogativi sul futuro del territorio.
La conferma del Consiglio di Stato
L’ordinanza che spegne le speranze di opposizione
Nella sua ordinanza, il Consiglio di Stato ha respinto l’appello avanzato dal comitato Laudato Si, confermando la decisione precedente del TAR. Il sindaco Raffaele Russo ha sottolineato che questa risoluzione segna la fine di un tentativo di fermare i lavori di costruzione dell’impianto di biodigestione. Secondo il primo cittadino, questa struttura non solo non rappresenta un pericolo per i cittadini, ma porterà anche vantaggi economici significativi per la comunità, riducendo i costi legati al servizio di raccolta rifiuti.
Il TAR aveva già valutato la richiesta di sospensione dei lavori, considerando la mancanza di “una lesione concreta ed attuale dei diritti fondamentali”, poiché l’impianto non è ancora operativo. I lavori, che sono cominciati più di un anno fa, sono tuttora in corso e, secondo le autorità, non comprometteranno la sicurezza pubblica.
Le motivazioni della decisione
Il Consiglio di Stato ha ribadito che l’assenza di un impatto immediato sull’ambiente e sulla salute pubblica giustifica l’avanzamento del progetto. Con una positiva valutazione, le autorità locali si preparano a completare un impianto che tratterà annualmente 24 mila tonnellate di rifiuti organici, destinandoli alla produzione di fertilizzante agricolo. Questa localizzazione strategica dell’impianto, distante dal centro abitato e ben collegata da strade principali, è stata concepita per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale e il traffico cittadino.
Le preoccupazioni di Don Peppino Gambardella
Un’opposizione chiara e articolata
Don Peppino Gambardella, presidente del comitato Laudato Si, ha espresso le sue riserve nei confronti della decisione del Consiglio di Stato, dichiarando il proprio rammarico. La sua posizione è nettamente opposta a quella del sindaco: «Non ci sembra che le motivazioni fornite siano convincenti», ha affermato. Secondo Gambardella, l’iniziativa non considera adeguatamente l’impatto ambientale di un biodigestore in un’area già delicata. Il comitato, attivo dal 2022 nella sua opposizione, continua a sostenere che un biodigestore nella zona non fa altro che aggravare la situazione già difficile sotto il profilo ecologico.
L’attivista ha inoltre messo in discussione l’idea che gli eventuali rischi per la salute possano essere valutati solo dopo l’entrata in funzione dell’impianto, definendo tale approccio non ragionevole. «Un comitato ha il diritto di chiedere giustizia per un territorio», ha aggiunto, sottolineando l’importanza di una discussione più profonda sui rischi potenziali.
L’importanza della discussione legale
Gambardella ha richiamato l’attenzione sulla necessità di approfondire il merito del ricorso presentato al TAR prima di giudicare la questione definitivamente. Nonostante il Consiglio di Stato abbia chiarito la sua posizione riguardo alla sospensione dei lavori, rimane aperta la questione della legittimità del progetto stesso, che attende ancora di essere esaminato nel dettaglio nei confronti delle preoccupazioni espresse dal comitato.
Il biodigestore potrebbe infatti avere ripercussioni a lungo termine sull’ambiente locale e sulla salute pubblica, rendendo fondamentale una valutazione critica e oggettiva. La comunità locale è in attesa di un ulteriore approfondimento su questi temi, mentre il dibattito intorno alla costruzione dell’impianto continua a infiammare gli animi di chi teme per il futuro del proprio territorio.