In un contesto segnato da tragedie e sfide, il libro ‘Mediae Terrae’ di Guido Castelli si presenta come un importante contributo alla narrazione della ricostruzione e del rilancio dei territori dell’Appennino centrale, colpiti dal sisma del 2016. Francesco Giubilei, editore e direttore scientifico della Fondazione Alleanza Nazionale, ha evidenziato come l’opera non solo racconti la devastazione del terremoto, ma offra anche una visione di speranza e rinascita. Presentato presso la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria ‘Più Libri, Più Liberi’, il libro si propone di ricordare le vite stroncate da questa tragedia, ma anche di promuovere idee per il futuro.
La presentazione di ‘Mediae Terrae’ si è tenuta allo stand della Regione Lazio al Roma Convention Center, un evento che riunisce editori e lettori per celebrare la cultura e la letteratura italiana. Durante questo incontro, Giubilei ha sottolineato l’importanza di non dimenticare la storia e delle comunità che hanno subito il terremoto del 2016. Quella tragedia ha avuto ripercussioni devastanti, non solo in termini di vite umane, ma anche per i tessuti sociali ed economici di borghi e paesi. La narrazione di Castelli non si limita a descrivere il dolore; punta anche a ricostruire l’immagine di un’Italia che, accanto alle metropoli, vive anche nei piccoli centri abitati, spesso dimenticati.
Il terremoto dell’Appennino centrale ha colpito duramente diverse regioni, tra cui Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo, infliggendo ingenti danni alle infrastrutture e provocando uno spopolamento preoccupante. Giubilei ha rimarcato come la ricostruzione debba andare oltre il semplice ripristino materiale: è essenziale che la comunità riacquisti la propria identità perduta. Questo è un obiettivo ambizioso e necessario, affinché la memoria di quanto accaduto non si perda e le popolazioni possano tornare a prosperare.
Particolare attenzione nel discorso di Giubilei è stata dedicata al concetto di identità, un tema centrale nel dibattito contemporaneo sull’ambiente e sul futuro dei piccoli paesi. Egli ha evidenziato come le politiche ambientali, talvolta orientate in maniera ideologica, possano rappresentare una sfida per le comunità locali, dove l’uomo e la natura dovrebbero coesistere in armonia. Seguendo questa linea di pensiero, gli eventi sismici non hanno solo distrutto edifici fisici, ma hanno anche minato l’anima e la storia di comunità storicamente legate al loro territorio.
Giubilei ha proposto che è essenziale restituire vita a questi luoghi, favorendo iniziative che possano attrarre nuovi abitanti e investimenti. La riflessione si concentra sull’importanza di rimettere in moto un ciclo virale di prosperità e sostenibilità. La rinascita di un borgo non può essere solo un lavoro di ricostruzione infrastrutturale, ma deve includere anche il rilancio delle tradizioni culturali e sociali, affinché la perdita di identità non diventi irreversibile.
In questo contesto, il libro di Guido Castelli si pone come uno strumento di riflessione e proposta. Attraverso la sua analisi e le sue idee, l’autore non offre solo un resoconto della tragedia, ma si propone di delineare possibili scenari di rinascita. Le storie di vita e di resilienza dei comuni colpiti sono al centro della narrazione, rappresentando un richiamo per le istituzioni e i cittadini a lavorare insieme per un futuro migliore.
Il messaggio di speranza e di progetto futuro è chiaro: per rimuovere i segni del terremoto è cruciale l’impegno collettivo. ‘Mediae Terrae’ si inserisce in questo discorso, invitando tutti a partecipare attivamente al processo di ricostruzione. Solo così sarà possibile preservare la memoria di un dramma collettivo e tradurla in azioni concrete per l’Italia intera, rileggendo la storia attraverso gli occhi di chi la vive. La ripresa dei territori dell’Appennino centrale non è solo una questione locale, ma riflette la capacità dell’Italia di affrontare le difficoltà e riemergere più forte di prima.