Martha Argerich al festival Elba Isola Musicale D’Europa: emozioni e riflessioni a 84 anni

di Roberta Ludovico

Martha Argerich incanta l’Elba a 84 anni. - Ilvaporetto.com

Martha Argerich, celebre pianista di origine argentina naturalizzata svizzera, ha incantato il pubblico della terza edizione del festival musicale internazionale sull’isola d’Elba con un programma dedicato a Schumann e Shostakovich. Tra emozioni, riflessioni personali e una lunga carriera alle spalle, l’artista si è confrontata con il pubblico nel suggestivo Teatro dei Vigilanti di Portoferraio, evento riconosciuto a livello europeo. Il suo legame con l’isola e la musica rimane vivo nonostante qualche momento di stanchezza e dubbi sulla sua stessa presenza sul palco.

Un’esibizione intensa e un repertorio carico di storia al teatro dei vigilanti

Il 3 settembre scorso Martha Argerich è salita sul palcoscenico del Teatro dei Vigilanti a Portoferraio per offrire una serata memorabile al pubblico del Festival Internazionale Elba Isola Musicale d’Europa. Il concerto ha proposto un cammino musicale che ha toccato due epoche e due figure fondamentali del mondo classico: Robert Schumann e Dmitrij Shostakovich. La pianista ha eseguito con i musicisti della Elba Festival Orchestra Strings il Quintetto di Schumann per due violini, viola, violoncello e pianoforte, un pezzo che definisce come il più vicino alla sua anima, portando sul palco la complessità melodica e l’intensità espressiva del compositore romantico.

Successivamente, al centro della serata, si è tenuta la performance del Concerto per pianoforte, tromba e orchestra d’archi di Shostakovich. L’opera, scritto nel contesto delle difficoltà politico-culturali che il compositore affrontò ai tempi di Stalin, è stata applaudita con entusiasmo, culminando con una lunga standing ovation e il bis dell’ultimo movimento. Il pubblico ha potuto apprezzare la precisione e la leggerezza con cui Argerich ha sorretto i passaggi più complessi delle partiture, malgrado la sua recente confessata stanchezza e il momento personale di incertezza nel rapporto con la musica. Per lei è stata la quarta volta al festival, occasione che ripete con piacere nonostante qualche riserva legata all’umore e alla routine dei viaggi e delle esibizioni.

Il rapporto contrastato di Martha Argerich con la musica e il palco a 84 anni

Durante l’evento Argerich ha raccontato un lato più intimo della sua vita artistica. A 84 anni, l’artista descrive la musica come un miracolo, paragonandola all’amore nel suo potere e mistero. Tuttavia ammette di attraversare un periodo complesso in cui suonare e viaggiare sembrano diventati attività ripetitive e a volte noiose, anche se comunque continua a portarle avanti, spesso contraddicendo se stessa. «Faccio sempre cose che non ho voglia di fare, ma poi, facendole, mi piacciono», ha detto con sincerità.

Non nasconde il desiderio di avere più tempo libero per sé, per scoprire nuove cose o semplicemente fare altro, ma riconosce anche la limitatezza del tempo, soprattutto all’età che ha raggiunto. Il suo approccio alla musica è lontano dalla figura di una maestra autoritaria: suonare con giovani musicisti la arricchisce, la stimola, ma non si sente la guida definitiva di nessuno, né pretende di trovarsi a casa sul palco. Il rapporto con le esibizioni resta complesso, fatto di piacere e fatica, di entusiasmo e riflessione.

Riflessioni sugli artisti, l’impegno e il valore della musica nella società

Tra le parole di Martha Argerich emergono riflessioni sulla condizione degli artisti e sull’uso della musica oggi. Ricorda con ammirazione figure come Toscanini e Pablo Casals, che si impegnarono nelle battaglie del loro tempo, e si sofferma su figure discusse come Wilhelm Furtwangler, criticato per simpatie politiche, sottolineando però la necessità di affrontare gli eventi con la propria coscienza.

Riguardo alla musica come strumento di pace e dialogo in periodi di conflitto, Argerich riconosce il suo potere e le molteplici capacità di incidere sull’animo umano. La musica, secondo lei, suscita emozioni profonde che a volte possono persino provocare aggressività, ma rimane una forza di grande impatto, capace di comunicare ciò che è difficile esprimere in altro modo.

Un accenno alla sua recente visita in Israele accompagna un pensiero commosso nei confronti di un giovane pianista ostaggio di guerra, un caso che dimostra come, anche nel presente, la musica possa essere a volte aggravata direttamente da problemi di conflitto e violenza.

Amicizie di lunga data e giovani talenti nel mondo della musica classica

Martha Argerich parla della sua esperienza con artisti che hanno segnato il suo percorso e la musica del Novecento. Ricorda con affetto Claudio Abbado, incontrato da giovane a Salisburgo, e Maurizio Pollini, evidenziando il legame e l’impressione reciproca fra di loro. La nostalgia per queste figure è chiara e la musica diventa anche un modo per ricordare quei momenti e quelle persone.

Nel presente, invece, continua a interessarsi alle nuove generazioni e al talento dei più giovani. Ha fatto parte della giuria del concorso Jeune Chopin a Lugano, riservato a musicisti fino a 18 anni, dove ha seguito da vicino la crescita di una promettente giovanissima italiana, Martina Meola, di 12 anni, capace di incantare con una ballata di Chopin.

Sono questi incontri con talenti emergenti che alimentano ancora il suo legame con il pianoforte e la musica, dando continuità a un mondo che solo apparentemente sembra immobile di fronte al tempo che passa.

La musica come esperienza viva, tra memoria personale e eredità culturale

L’esibizione sull’isola d’Elba ha proposto non solo un programma classico, ma anche una riflessione sulla transitorietà della gloria e del successo. Il concerto precedente, con la lettura di un testo di Lord Byron sulla gloria di Napoleone, ha ampliato la partecipazione rispetto soltanto alla musica instrumentale. Argerich intercetta il dubbio esistenziale che accompagna molti artisti: cosa rimane del successo e dell’immagine, quando il tempo avanza?

Pur definendosi «un po’ politeista», Argerich mantiene il suo rapporto profondo con Beethoven, Schumann, Shostakovich, Prokofiev e Debussy. Questi compositori abitano da sempre il suo mondo musicale, mentre lei continua a dare voce a quella musica che ha fatto parte della sua vita da bambina prodigio e che ancora oggi la spinge a salire sul palco anche nei momenti di incertezza.

Al Festival Internazionale Elba Isola Musicale d’Europa, la pianista ha presentato questo intreccio tra arte, storia e vita personale, ricordandoci quanto la musica sia possibilità di emozione e riflessione, anche dopo decenni di palcoscenico.