Napoli tra ricordi e trasformazioni, il documentario «Sotto Le Nuvole» di Gianfranco Rosi in bianco e nero
Il nuovo documentario di Gianfranco Rosi, «Sotto le Nuvole», entra nel cuore di Napoli, offrendo uno sguardo intimo e profondo su una città segnata dal tempo, dalla memoria e dai cambiamenti di ogni giorno. Girato tra il Golfo di Napoli e il Vesuvio, il film si presenta in bianco e nero, sfidando gli stereotipi e mostrando una città sospesa, dove ogni istante si trasforma in qualcosa di nuovo.
Tre anni di vita napoletana raccontati per immagini
Il progetto di Rosi nasce da un lavoro durato tre anni, durante i quali la sua cinepresa ha seguito scorci di vita tra il golfo, l’area del Vesuvio e i Campi Flegrei. Qui la natura si fa sentire forte, tra incendi, tremori e fumarole che segnano il paesaggio e diventano lo sfondo unico del racconto.
Il documentario non si limita a mostrarci la natura, ma si concentra sulle persone che vivono e lavorano in questi luoghi: chi affronta la routine, chi si perde in momenti di silenzio. Vediamo cavalli da trotto che si allenano lungo il lungomare, un maestro di strada che si dedica ai ragazzi del quartiere, o il centralino dei vigili del fuoco, sempre pronti a intervenire tra emergenze e paure di ogni giorno.
Tra queste immagini c’è anche il porto di Torre Annunziata, dove una nave siriana scarica grano dall’Ucraina, segno di un’economia viva e di legami internazionali, nonostante la città sembri ferma nel tempo. Il bianco e nero della fotografia dà a queste scene un’aura senza tempo, sottolineando silenzi e piccoli gesti.
Napoli, una città che viaggia nel tempo
Per Rosi Napoli è “una macchina del tempo”, un posto dove passato e presente si mescolano senza soluzione di continuità. Il bianco e nero non è solo una scelta estetica, ma un modo per spingere chi guarda a superare i soliti stereotipi sulla città.
Il film racconta questo tempo stratificato mostrando il territorio: dalle rovine archeologiche ai musei con statue e frammenti, fino a momenti di vita quotidiana. La narrazione si costruisce su silenzi e pause, che dicono più di tante parole e restituiscono il senso di un tempo accumulato, scritto nelle pietre e nei gesti delle persone.
Così Napoli si allontana da una visione superficiale o solo turistica. È un luogo dove la storia resta viva, intrecciata alla vita di ogni giorno, dove il territorio non si può separare dalla memoria collettiva e personale.
La poesia del bianco e nero e il racconto fatto di silenzi
Gianfranco Rosi, già Leone d’Oro a Venezia nel 2013 con «Sacro GRA», conferma con questo documentario il suo stile fatto di osservazione attenta e poesia delle immagini. La scelta del bianco e nero nasce dal desiderio di uscire dai cliché e raccontare Napoli in profondità.
Il silenzio diventa protagonista. Le scene senza dialoghi creano spazi di riflessione, momenti in cui lo spettatore è chiamato a concentrarsi su quello che vede, sulle atmosfere, sulla tensione emotiva delle immagini.
Questa scelta rende «Sotto le Nuvole» diverso da tanti altri film su Napoli, spesso pieni di colori accesi e contrasti forti. Qui la città si mostra più intima, a volte fragile, ma anche piena di storie che non rientrano nei soliti schemi.
Tra vulcani, mare e persone: il territorio che parla
Il territorio scelto da Rosi è fatto di elementi naturali intensi come il Vesuvio e i Campi Flegrei, terre in cui la terra si muove tra tremori e fumarole, portando un senso di instabilità nel paesaggio urbano. Questa instabilità naturale si riflette nella vita delle persone, protagoniste dei tanti incontri e situazioni raccontate.
Gli abitanti, i lavoratori, i visitatori si muovono tra archeologia e presente, tra rovine antiche e realtà quotidiana. Il documentario dà spazio a tanti piccoli mondi: il cavallo da corsa, simbolo di una tradizione sportiva; il maestro che aiuta i ragazzi del quartiere; la squadra dei vigili del fuoco, pronta ad affrontare emergenze grandi e piccole.
Così Napoli si mostra nelle sue molte facce, dove vite diverse si incrociano e il territorio condiziona ogni gesto. La dimensione umana si fonde con quella geologica, in un racconto che ha il respiro lento della storia ma vive nell’istante.
La nave siriana che attracca a Torre Annunziata con il grano dall’Ucraina è un altro segno importante: la città si apre al mondo attraverso i suoi scambi e i suoi porti. Un dettaglio che mostra come Napoli sia un crocevia di culture e di economie, anche in un contesto che sembra fermo nel tempo.
«Sotto le Nuvole» sarà presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2025, in corsa per il Leone d’Oro. Un riconoscimento che conferma l’attenzione internazionale per il lavoro di Rosi e per il racconto originale che offre della città partenopea, lontano dai cliché, tra visibile e silenzioso, storia e presente. Il film arriverà nelle sale italiane dal 18 settembre.
