Proteste e blocchi stradali in Ecuador per la fine dei sussidi sul diesel in provincia di Carchi

di Andrea Presto

Blocco stradale a Carchi durante le proteste contro la fine dei sussidi sul diesel. - Ilvaporetto.com

In Ecuador, la decisione del presidente Daniel Noboa di eliminare i sussidi sul diesel ha scatenato forti reazioni da parte dei camionisti della provincia di Carchi, al confine con la Colombia. Le proteste hanno portato al blocco delle principali strade di collegamento, provocando disagi soprattutto nelle aree di confine. La situazione ha spinto le autorità a prendere misure straordinarie per mantenere la governabilità e la sicurezza nella capitale Quito.

I blocchi stradali nelle arterie principali della provincia di Carchi

Le principali vie di comunicazione nella provincia di Carchi sono paralizzate dalle proteste dei camionisti che si oppongono all’aumento del prezzo del diesel. In particolare, le autostrade E35 San Gabriel-La Paz, La Paz-Bolívar, Bolívar-Piquiucho e Bolívar-San Gabriel sono state bloccate in più punti da gruppi di trasportatori. Questi blocchi impediscono la normale circolazione dei veicoli e rallentano il traffico commerciale e passeggeri tra Ecuador e Colombia. La protesta è un segnale forte dei conducenti che contestano la fine del sussidio sul carburante, passata dal costo di 1,80 a 2,80 dollari al gallone.

Le difficoltà si sommano lungo queste arterie cruciali per la mobilità nella regione. Oltre ai camion, anche auto private e altri mezzi sono costretti a fermarsi, creando un impatto economico e sociale che interessa abitanti, attività commerciali e servizi locali. Gli autotrasportatori hanno scelto proprio queste vie per concentrare la protesta nel cuore delle zone di confine, dove il passaggio delle merci ha un peso significativo per l’economia della zona.

Nazionalità e condizioni della protesta: la situazione a Quito e il trasferimento della sede governativa

Malgrado le difficoltà nel nord del paese, a Quito la vita quotidiana prosegue senza interruzioni significative. Scuole, trasporti pubblici e aeroporto funzionano normalmente, a differenza di quanto avviene nella provincia di Carchi. Le autorità della capitale hanno segnalato che la protesta non ha coinvolto altre aree urbane, mantenendo dunque un livello di normalità per la popolazione.

La situazione, pur sotto controllo nel capoluogo, ha spinto il presidente Daniel Noboa a trasferire temporaneamente la sede del governo da Quito a Latacunga, nella provincia di Cotopaxi. Questo spostamento, secondo il governo, serve a garantire un collegamento diretto con i cittadini in un contesto di tensioni sociali crescenti. La decisione sottolinea l’intento dell’esecutivo di mantenere la stabilità, assicurando la presenza dell’autorità statale nel territorio durante le proteste. Questo tipo di misure non è comune e riflette la delicatezza della situazione attuale in Ecuador.

Impatto economico e motivazioni del governo dietro la riforma dei sussidi sul diesel

Il governo difende con decisione la riforma dei sussidi che ha portato al rialzo del diesel, spiegando che si inserisce nell’ambito di un piano di risanamento finanziario nazionale. L’aumento del prezzo del carburante è una misura volta a rispettare gli obblighi con il Fondo Monetario Internazionale e a ridurre le spese pubbliche. Si prevede un risparmio di circa 1,1 miliardi di dollari all’anno, una cifra significativa per le casse dello Stato.

La decisione di eliminare i sussidi ha trovato sostegno da parte delle associazioni del mondo industriale e commerciale. Questi gruppi ritengono il provvedimento necessario per garantire una certa stabilità economica e per promuovere una gestione più sostenibile delle risorse pubbliche. Tuttavia, i sindacati dei trasportatori contestano fermamente la misura, allarmati per il rapido aumento dei costi di gestione legati al carburante. Temono inoltre che tale rialzo possa alimentare l’inflazione, aggravando la pressione sui prezzi dei prodotti e servizi.

Prospettive e prossime mosse dei sindacati dei trasportatori

I camionisti organizzeranno nelle prossime ore un incontro per valutare l’impatto economico e sociale del nuovo costo del diesel. Questo vertice sarà determinante per decidere eventuali azioni future o modifiche nella strategia di protesta. La mobilitazione, finora concentrata nella provincia di Carchi, potrebbe estendersi ad altre zone se le richieste non verranno ricevute o se il governo non modificherà le decisioni sui sussidi.

Le proteste si collocano in un quadro complesso che vede gli operatori del trasporto alle prese con costi crescenti e margini ridotti. La condizione dei camionisti è rappresentativa di una categoria particolarmente sensibile alle variazioni del prezzo del diesel, dato il suo ruolo centrale nel trasporto merci. La partita tra governo e sindacati resta aperta, in attesa di segnali che possano portare a un dialogo costruttivo o a un’escalation delle manifestazioni.