A Napoli, la controversa installazione “Tu si na cosa grande” di Gaetano Pesce ha scatenato un acceso dibattito culturale e artistico. L’opera, esposta in Piazza Municipio, è stata oggetto di critiche da parte di importanti esponenti politici e familiari dell’artista, sollevando interrogativi sulla sua realizzazione e fedeltà al progetto originale. La situazione si fa sempre più intricata, con dichiarazioni che mettono in luce non solo l’importanza del design, ma anche il significato simbolico delle scelte artistiche di Pesce.
Il richiamo alla qualità artistica e alle intenzioni originali
Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, ha espresso forti preoccupazioni riguardo alla qualità dell’allestimento della monumentale opera. Secondo Mollicone, l’interpretazione del progetto di Pesce non ha rispettato i principi stilistici e concettuali che contraddistinguono l’opera dell’artista. Ha affermato: “La resa stilistica non è stata all’altezza del raffinato ed elegante progetto.” Indicando come le proporzioni e la forma finale dell’opera offuscano il vero intento dell’artista, ha precisato che la rappresentazione fallica non era presente nei bozzetti originali di Pesce.
Le dichiarazioni dei figli, Milena e Jacopo Pesce, si sono unite a quelle di Mollicone per sottolineare che una vera interpretazione artistica non dovrebbe mai risultare offensiva o scontata. Secondo i due, il padre avrebbe voluto omaggiare Napoli celebrando il suo lato più vibrante e accogliente, difficilmente assimilabile alla resa giudicata inadeguata. Hanno dichiarato che “nostro padre ha optato per un Pulcinella ‘colorato’, un omaggio alla dolcezza e alla vivacità della città.”
La difesa del progetto: la parola agli artisti coinvolti
In risposta alle polemiche, i curatori e i realizzatori dell’opera si sono attivati per giustificare l’interpretazione fornita. Annunciando che il progetto è stato sviluppato in collaborazione con l’artista stesso, hanno rivelato che ogni particolare dell’installazione è stato frutto del lavoro incrociato di idee tra Pesce e il laboratorio che ha avuto il compito di realizzarla. Silvana Annicchiarico, curatrice dell’allestimento, ha sottolineato che durante le fasi di progettazione, Pesce indicò di rimuovere dettagli ritenuti non necessari, come i bottoni, per semplificare una forma che dovesse restare fedele alla tradizione.
Luca Bertozzi, rappresentante del laboratorio che ha realizzato l’opera, ha confermato che tutte le indicazioni dell’artista sono state rispettate. Ha assicurato che “non ci sono discrepanze tra bozzetto e realizzazione finale,” evidenziando come ogni aspetto sia stato progettato con cura e riferimento ai disegni originali. Bertozzi ha inoltre accennato che, se l’artista fosse stato presente nei giorni finali della realizzazione, piccole modifiche potrebbero essere state apportate.
La reazione del pubblico e il futuro dell’opera
L’inaugurazione di “Tu si na cosa grande” ha generato reazioni contrastanti nel pubblico, con un’intensa discussione emersa soprattutto sui social media. Mentre alcuni applaudono l’opera come un tentativo audace di reinterpretare un simbolo napoletano, altri la giudicano come un’insufficiente resa di quanto originariamente pensato da Pesce.
Il dibattito sull’opera non è solo una questione estetica, ma riflette anche più ampi temi culturali. La denuncia di Mollicone e il rifiuto della proposta artistica da parte dei figli di Pesce pongono interrogativi sull’importanza della coerenza tra l’idea creativa e il lavoro finito. Inoltre, la necessità di garantire omaggi artistici che rispettino le volontà dell’autore si fa sentire, sollevando la questione del diritto d’autore in un aspetto che va oltre il solo riconoscimento professionale: difendere la memoria storica e culturale di un artista è fondamentale in ogni progetto artistico.
Il futuro dell’opera a Napoli è ora incerto. L’appello di Mollicone al sindaco Manfredi richiede un intervento correttivo che rispecchi meglio le intenzioni di Gaetano Pesce, aprendo nuove strade di dialogo fra arte, politica e società nella città partenopea. Questo episodio, comunque, ha messo in luce la passione per l’arte che anima Napoli, dove la cultura è viva e continuamente in discussione.