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Crisi della produzione a Stellantis di Pomigliano d’Arco: fabbrica ferma per mancanza di componenti

La produzione nello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco è ferma a causa della carenza di componenti, provocata da uno sciopero del fornitore Adler, con gravi ripercussioni economiche.
Crisi della produzione a Stellantis di Pomigliano d'Arco: fabbrica ferma per mancanza di componenti - IlVaporetto.com

La situazione nello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco è diventata critica, con la produzione completamente ferma a causa della carenza di componenti automobilistici essenziali. La chiusura, che si estende per tutta la giornata odierna e quella di domani, è il risultato di problemi a monte nella filiera di approvvigionamento, in particolare con il fornitore Adler. Questo articolo esplorerà le cause di questa interruzione e le sue implicazioni.

Carenza di componenti: il caso di Stellantis e Adler

Nel pomeriggio di oggi, dopo il primo turno di lavoro, è emerso che nello stabilimento Stellantis a Pomigliano d’Arco mancavano i pezzi necessari per continuare la produzione delle autovetture. Questo inaspettato sviluppo ha portato la direzione dell’azienda a dichiarare lo stop alla produzione, accompagnato da un’azienda di cassa integrazione per gli operai. Non è comune che un gigante dell’industria automobilistica come Stellantis si trovi in una situazione del genere, evidenziando fragilità nel sistema di fornitura.

Il fornitore diretto di Stellantis, l’Adler, rappresenta un importante anello della catena produttiva. Tuttavia, l’Adler è attualmente fermo a causa di uno sciopero indetto dai suoi lavoratori, che ha come motivazione principale il rischio di esuberi. Questo sciopero ha a sua volta indotto una serie di ritardi nell’approvvigionamento dei materiali necessari, creando un effetto domino che ha colpito Stellantis e, di conseguenza, l’intero ciclo produttivo.

Impatti economici della crisi del settore automotive

Il settore automotive sta attraversando una fase di profonda crisi, nella quale le aziende dell’indotto, come l’Adler, stanno facendo i conti con una competizione sempre più serrata e una costante pressione sui costi. Il sindacato ha alzato la voce, avvisando che le politiche di riduzione dei costi imposte da Stellantis stanno mettendo a rischio non solo l’Adler, ma un’intera rete di fornitori. Biagio Trapani, segretario generale della Fim di Napoli, ha dichiarato che il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria è inequivocabile e dimostra la fragilità della filiera.

Inoltre, il problema non riguarda solo il sito di Pomigliano, ma coinvolge anche altri stabilimenti dell’indotto campano, creando una precarietà che può avere effetti a lungo termine sul mercato del lavoro e sull’economia locale. Crescenzo Auriemma, segretario generale della Uilm della Campania, ha messo in evidenza come la volontà di Stellantis di abbattere i costi stia influenzando negativamente non solo la propria produzione, ma anche quella dei fornitori, che rischiano di dover affrontare chiusure e difficoltà economiche.

Le prospettive per il futuro della produzione di Pomigliano

Con la chiusura dell’impianto di Pomigliano d’Arco per queste due giornate e lo sciopero in corso all’Adler, ci si chiede cosa possa succedere nei giorni successivi. La situazione è incerta e i lavoratori di Stellantis temono che l’interruzione possa prolungarsi, con ripercussioni dirette sui turni di lavoro e sulla stabilità economica delle famiglie coinvolte. Nonostante le speranze di una rapida ripresa, è chiaro che servirà del tempo per risolvere le problematiche legate all’approvvigionamento.

Le sfide che affronta Stellantis a Pomigliano d’Arco sono emblematiche delle difficoltà del settore automotive in un contesto di mercato in profonda trasformazione. Le decisioni strategiche da parte delle case automobilistiche e dei loro fornitori saranno determinanti nel definire il futuro della produzione, della forza lavoro, e dell’intera industria nel suo complesso.

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