
Alla Camera dei Deputati un confronto tra specialisti: il dolore cronico da mal di schiena pesa sul SSN per oltre 11 miliardi l’anno
Il mal di schiena cronico affligge circa 8 milioni di italiani, di cui 400mila residenti a Roma. Una condizione che sempre più spesso degenera in lombosciatalgia, una forma dolorosa e invalidante che colpisce il 40% delle persone in età da lavoro. Se si considerano i 1.400 euro annui stimati per paziente, il carico economico sul Servizio Sanitario Nazionale è enorme: oltre 11 miliardi di euro all’anno, pari al 9,6% della spesa sanitaria pubblica complessiva.
Per affrontare la questione, il 3 luglio 2025 si è tenuto alla Camera dei Deputati il congresso nazionale intitolato “Lombosciatalgia – emergenza globale”, promosso dal neurochirurgo Alberto Alexandre, fondatore dell’EUNI – European Neurosurgical Institute di Treviso.
Dati globali in crescita e conseguenze gravi sulla vita dei pazienti
Secondo i dati Istat e del Ministero della Salute, circa l’80% degli italiani sperimenterà la lombalgia nel corso della vita. A livello mondiale, il problema è in continua espansione: dal 1990 al 2020 i casi sono cresciuti del 60%, e le stime parlano di 843 milioni di pazienti entro il 2050. Si tratta della prima causa di disabilità a livello globale, nonché della principale motivazione per cui ci si rivolge alla medicina di base.
Le ricadute sono spesso devastanti: povertà, ritiro anticipato dal lavoro, peggioramento della qualità della vita, soprattutto tra gli anziani, più esposti a eventi avversi e fragilità economica. Ad un anno dall’insorgenza, il 20% dei pazienti continua a soffrire, e il 3% è ancora assente dal lavoro.
La risposta: diagnosi rigorosa e tecniche mininvasive
L’evoluzione delle cure passa attraverso l’esperienza del prof. Alexandre, che ha dimostrato – in collaborazione con il prof. Piergiorgio Spaggiari all’Ospedale di Lodi – l’efficacia di trattamenti biochimici ed endoscopici mininvasivi come la neurolisi endoscopica e l’ozonoterapia. Queste procedure permettono il recupero funzionale con maggiore rapidità e minori costi, restituendo ai pazienti la possibilità di riprendere la vita attiva.
Diagnosi, imaging e personalizzazione: le chiavi del successo
Durante il congresso, il prof. Massimiliano Visocchi (neurochirurgo del Policlinico Gemelli di Roma) e il prof. Raoul Saggini (fisiatra dell’Università e-Campus) hanno posto l’accento sulla necessità di diagnosi accurate. L’approccio corretto deve integrare sintomi soggettivi, dati da RMN, TAC, radiografie ed elettromiografia, per costruire un piano terapeutico realmente efficace.
L’OMS: serve un’assistenza personalizzata, non stigmatizzante
Le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla lombalgia cronica raccomandano cure olistiche, integrate, centrate sulla persona, capaci di rispondere a bisogni diversi, senza stigmatizzazione. L’assistenza deve essere coordinata, equa e individualizzata, soprattutto per i pazienti più fragili.
In Italia 30.000 interventi l’anno per ernia del disco lombare
Ogni anno nel nostro Paese si registrano circa 30.000 interventi chirurgici per ernia del disco lombare, con un tasso medio nazionale di 5,1 ogni 10.000 abitanti. Secondo i dati emersi durante il congresso, intervenire in tempo con tecniche moderne consente un notevole risparmio sanitario e sociale, migliorando l’efficacia della presa in carico.
Il professor Alexandre, docente in America e in Europa, è membro della Fondazione mondiale di neurochirurgia e insegna anche all’Università di Siena. Da oltre trent’anni porta avanti una visione clinica centrata sul rispetto anatomico e sul recupero funzionale attraverso tecniche d’avanguardia, rappresentando un punto di riferimento internazionale nel trattamento dei disturbi della colonna vertebrale.