
Max Pezzali parla dei suoi successi e dei rapporti personali in un'intervista esclusiva - Ilvaporetto.com
Max Pezzali, icona musicale degli anni Novanta e fondatore del celebre duo 883, ha rivelato in un’intervista a Vanity Fair, che sarà in edicola il 31 dicembre, dettagli interessanti sulla sua carriera e sulla sua vita privata. Dopo un anno ricco di successi che ha visto il lancio della sua prima tournée negli stadi, l’album “Max Forever Vol. 1” e la serie televisiva “Hanno ucciso l’uomo ragno” su Sky, Pezzali riflette su temi cruciali, inclusi i suoi rapporti con Mauro Repetto, il suo ex partner musicale, e la sua esperienza come genitore.
La controversia del marchio e il legame con Mauro Repetto
Pezzali e Mauro Repetto hanno lasciato un’impronta indelebile nella musica italiana degli anni Novanta. Con il duo 883, hanno conquistato il cuore di milioni di fan, ma attualmente si trovano coinvolti in una causa legale al tribunale di Milano riguardante l’utilizzo del marchio “883“. Durante l’intervista, Pezzali ha rivelato che, nonostante le difficoltà legate a questa situazione legale, entrambi hanno sempre cercato di costruire qualcosa insieme, anche se le strade si sono separate. Ha affermato: “A un certo punto avremmo abbandonato la musica con tutti i rischi contrattuali del caso: comunque a Mauro andava stretto ballare e fare i cori. Avremmo trovato altro da costruire insieme”. Questo passaggio mette in luce non solo la loro storica collaborazione ma anche la complessa relazione che hanno mantenuto nel corso degli anni.
Un anno pieno di eventi e di riflessioni personali
L’anno che si chiude è stato particolarmente significativo per Max Pezzali, che ha intrapreso una serie di concerti nei principali stadi d’Italia. Durante questa tournée, ha avuto l’opportunità di esibirsi di fronte a un vasto pubblico, il che ha rappresentato un traguardo importante nella sua carriera. Oltre alla musica, Pezzali ha mostrato un lato più personale, parlando della sua adolescenza e di come la musica sia diventata un rifugio. “Sono stato uno sfigato di proporzioni abbastanza monumentali fino al 1982-1983”, ha confessato, aggiungendo che la sua passione per l’heavy metal, in particolare per band come Iron Maiden e Saxon, lo ha aiutato a trovare la sua identità. Questo racconto di vulnerabilità e crescita personale pone l’accento su come la musica possa fungere da catalizzatore per superare le difficoltà.
La sfida sanremese e i rapporti con il passato
Pezzali non ha risparmiato commenti sulla sua partecipazione a Sanremo, che avrà luogo a partire dall’11 febbraio. Ha descritto il festival come un palcoscenico dove la pressione è palpabile: “In quella platea non c’è nessuno che è lì per te: sono lì a vedere che cosa puoi sbagliare”. Questa consapevolezza dei rischi psicologici legati a performance di alto livello riflette la sua esperienza e la tensione che accompagna i grandi eventi musicali. Inoltre, il suo rapporto con il produttore discografico Claudio Cecchetto ha sofferto di alcuni strappi, che Pezzali ha spiegato analizzando il significato della crescita personale attraverso i conflitti: “Non a tutto si può applicare l’arte giapponese del kintsugi, del rimettere insieme i pezzi. Ma è giusto: si cresce anche con gli scontri, i conflitti, le rotture”. Un’affermazione che invita a riflettere sull’importanza delle sfide nei rapporti umani e professionali.
La relazione con il figlio Hilo e il ruolo di genitore
Nel corso dell’intervista, Max Pezzali ha affrontato anche il suo ruolo come genitore di Hilo, rivelando un approccio piuttosto informale all’educazione. Ha dichiarato di essere, in parte, un genitore “amico“, con un approccio più rilassato e meno rigido: “Faccio l’amico – spiega alla rivista – Poco rigore, poca autorevolezza”. Tuttavia, ha puntualizzato di essere fortunato, poiché il suo figlio si dimostra ligio e preciso nel rispettare le regole. Pezzali ha voluto trasmettere a Hilo un importante messaggio: l’idea che “non esiste il possesso, che nessuno è di nessuno”. Questa prospettiva educativa, che incoraggia l’indipendenza e la libertà di pensiero, mostra un lato profondo e riflessivo del noto artista, rivelando come l’educazione e la crescita personale siano aspetti centrali della sua vita.