Le recenti alluvioni nel centro del Casertano hanno messo a dura prova la comunità di San Felice a Cancello. Nonostante gli sforzi incessanti delle squadre di soccorso, i corpi di due dispersi sono ancora sotto i detriti solidificati. La fragile situazione del territorio ha sollevato preoccupazioni tra gli abitanti e i rappresentanti delle istituzioni.
Le ricerche in corso dei due dispersi
Le operazioni di ricerca stanno continuando senza sosta a San Felice a Cancello, dove Agnese Milanese e suo figlio Giuseppe Guadagnino, rispettivamente di 74 e 42 anni, risultano dispersi dopo l’alluvione del 27 agosto. Il maltempo si è abbattuto sulla zona per circa venti minuti, portando un’improvvisa ondata di fango e detriti che ha causato il crollo di un costone montano e il travolgimento dei due mentre si trovavano a raccogliere nocciole. In cinque giorni di lavoro, sono stati mobilitati oltre 100 soccorritori, inclusi uomini del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, provenienti da varie regioni d’Italia. Purtroppo, la ricerca dei corpi è complicata dalla consistenza del fango solidificato, che ha sepolto quanto rimane della loro Apecar.
In risposta all’accaduto, la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha aperto un’inchiesta per disastro colposo. I soccorritori stanno setacciando l’alveo del canalone, ora trasformato in un ammasso di rifiuti e detriti, mentre si allarga l’area delle ricerche, che si è spostata anche verso il cimitero locale, dove si trovano le vasche di contenimento. La difficoltà di raggiungere i dispersi è amplificata dalla proporzione del disastro: migliaia di metri cubi di fango e detriti bloccano l’accesso ai luoghi in cui potrebbero trovarsi.
La situazione critica del territorio
La fragilità del territorio di San Felice a Cancello, già storicamente segnato da eventi calamitosi, sta emergendo drammaticamente in questa circostanza. Le vasche di contenimento, infatti, non hanno svolto la loro funzione di prevenzione, essendo piene di rifiuti e materiali di ogni genere. La situazione è aggravata da un contesto di inciviltà, dove i rifiuti sono stati accumulati negli anni, nonostante le segnalazioni alle autorità competenti.
Il maresciallo Nicola Zarbo del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza ha sottolineato come, oltre ai danni immediati, ci sia un problema sistemico più profondo. Le vasche dovrebbero consentire un migliore drenaggio delle acque piovane, ma gli intasamenti creano danni maggiori in caso di eventi atmosferici avversi. L’amministrazione comunale ha dichiarato l’intenzione di affrontare questi temi, ma molti abitanti rimangono scettici, temendo che le misure siano sempre più tardive rispetto ai tempi di reazione necessari.
La vita della comunità e le speranze di aiuto
Nel cuore di San Felice a Cancello, i cittadini vivono momenti di angoscia e incertezza. Alcuni di loro, ai piedi della frazione Talanico, stanno seguendo con apprensione le operazioni di soccorso, sperando di ricevere notizie sui dispersi. Tra le famiglie in attesa, l’ansia e il dolore si mescolano con il desiderio di avere risposte su ciò che è accaduto. Persone come Giovanna Centore e Antonio Della Cava esprimono la loro preoccupazione per la situazione attuale, consapevoli che la violenza della frana potrebbe aver portato a conseguenze inimmaginabili.
Il sindaco di San Felice, Emilio Nuzzo, presente a coordinare le operazioni, ha messo in evidenza la necessità di un intervento efficace da parte delle istituzioni. La sua richiesta di aiuto è chiara: è essenziale unire gli sforzi e trovare soluzioni durature per prevenire future tragedie. Ha già sollecitato lo stato di calamità per il Comune, che potrebbe consentire un intervento governativo più immediato. Tuttavia, i residenti ribadiscono che non è la prima volta che si trovano a dover affrontare una situazione del genere e chiedono che questa volta si faccia qualcosa di concreto per evitare simili incidenti in futuro.
La comunità rimane unita nella speranza di ritrovare i due dispersi, ma è altresì evidente che la necessità di misure preventive e di gestione del territorio è più urgente che mai.