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Addio a Eugenio D’Anna: il maestro di ingegneria che ha lasciato un segno a Bologna

Addio a Eugenio D'Anna: il maestro di ingegneria che ha lasciato un segno a Bologna - Ilvaporetto.com

Eugenio D’Anna, ingegnere e professore rispettato del settore delle scienze delle costruzioni, è scomparso all’età di 91 anni. Notizia diffusa il 11 settembre dall’Alma Mater Studiorum di Bologna, la sua morte segna la fine di un’epoca per l’accademia e per l’ingegneria civile. La sua carriera accademica e professionale ha avuto un impatto duraturo su numerosi progetti nel capoluogo emiliano, dimostrando un’attività instancabile e una dedizione al miglioramento delle infrastrutture.

La vita e la carriera accademica di Eugenio D’Anna

Nato a Napoli nel 1933, Eugenio D’Anna ha intrapreso un percorso accademico di successo che lo ha portato a laurearsi in Ingegneria Civile presso l’Università di Bologna nel 1958 con il massimo dei voti. Ha dedicato gran parte della sua carriera all’insegnamento, iniziando come assistente alla cattedra di Costruzioni di Ponti. Nel corso degli anni, D’Anna ha avanzato nei ranghi accademici, diventando assistente incaricato e, infine, professore ordinario di Scienza delle Costruzioni. La sua carriera è decollata nel 1985 quando è stato nominato professore associato, appuntamento che ha mantenuto fino al raggiungimento della pensione.

Durante il suo percorso universitario, D’Anna ha collaborato attivamente con il Laboratorio di Resistenza dei Materiali, contribuendo a ricerche fondamentali nel campo delle costruzioni. La sua pubblicazione di riferimento, redatta in collaborazione con Tullio Cavallina, è stata “Esercizi di Scienza delle Costruzioni”, un esempio di eccellenza didattica che ha formato generazioni di studenti e professionisti.

D’Anna non solo ha contribuito alla formazione di ingegneri altamente qualificati, ma ha anche lasciato un’impronta profonda nei vari ambiti di ingegneria e progettazione. La sua metodologia di insegnamento è vissuta attraverso le pratiche ingegneristiche e la dedizione alla qualità, valori che ha sempre sostenuto.

Le realizzazioni professionali di D’Anna

Oltre al suo impegno accademico, Eugenio D’Anna ha avuto una carriera professionale distintiva che ha incluso la progettazione, la direzione dei lavori e il collaudo strutturale di numerosi progetti significativi a Bologna e nei dintorni. Dal 1975 al 2002, D’Anna ha guidato diversi progetti chiave per le infrastrutture civili della città, evidenziando la sua perizia e conoscenza pratica nel settore.

Tra i progetti più rilevanti vi è il progetto esecutivo delle opere civili del depuratore di Bologna, realizzato tra il 1975 e il 1977. Questo impianto ha svolto un ruolo cruciale nell’efficienza della gestione delle acque reflue della città. Ha anche partecipato attivamente alla progettazione dell’impianto di potabilizzazione del nuovo acquedotto Val di Setta, dal 1979 al 1982, un intervento come quello che ha contribuito a migliorare l’approvvigionamento idrico della regione.

Menzione particolare meritano anche il progetto di ristrutturazione del Padiglione di Ematologia del Policlinico Sant’Orsola, realizzato nel 1985, e il progetto esecutivo per la nuova mensa dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, completato nel 1994. Ogni progetto non solo rispecchiava le competenze tecniche di D’Anna, ma testimoniava anche il suo impegno per il miglioramento della qualità della vita urbana.

Contributi all’industria e all’innovazione

D’Anna ha collaborato strettamente con importanti aziende, tra cui Ferrari Auto, contribuendo al progetto e alla costruzione degli edifici in acciaio dello stabilimento di Maranello, tra il 2000 e il 2002. Questi edifici, caratterizzati da un design innovativo e da soluzioni ingegneristiche all’avanguardia, sottolineano l’importanza del lavoro di D’Anna nel connubio tra accademia e industria.

La sua carriera si distingue non solo per l’alto livello di competenza tecnica, ma anche per una profonda apprezzamento per l’innovazione. D’Anna non si limitava a seguire le tecnologie esistenti, ma ha sempre cercato di spingere i confini dell’ingegneria civile, esplorando nuove tecnologie e materiali che potessero migliorare la sostenibilità e l’efficienza delle strutture.

Questa eredità è evidente non soltanto nei progetti che ha completato, ma anche nel modo in cui ha formato e ispirato gli ingegneri del futuro. La sua visione e il suo approccio alla scienza delle costruzioni continueranno a influenzare il campo dell’ingegneria civile per molti anni a venire.

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