
Arabia Saudita punta sui mondiali di calcio 2034: nuova serie docu su Netflix per migliorare l'immagine - Ilvaporetto.com
Mentre il mondo attende l’assegnazione ufficiale dei Mondiali di calcio 2034 da parte della FIFA, l’Arabia Saudita ha messo in campo una strategia mediatica audace, lanciando una nuova docuserie su Netflix intitolata “Saudi Pro League: Kickoff”. Questo progetto, composto da sei episodi, è stato rilasciato in prossimità del Congresso FIFA, suscitando attenzione e discussioni sull’argomento. La candidatura dell’Arabia Saudita, unica concorrente per l’assegnazione della manifestazione calcistica, si trova al centro di un ampio dibattito che esamina le sue implicazioni sportive e sociali.
La nuova docuserie: obiettivi e contenuti
“Saudi Pro League: Kickoff” si presenta come una vetrina scintillante per il calcio saudita, mettendo in evidenza stadi affollati e icone del calcio come Cristiano Ronaldo, Neymar e Karim Benzema. La serie non solo mira a mostrare l’entusiasmo che avvolge il calcio nel regno, ma anche a rafforzare la posizione dell’Arabia Saudita nel panorama sportivo internazionale. Presentata come un’iniziativa cinematografica da parte della ‘Saudi Pro League’, è in realtà una mossa strategica per contrastare le critiche riguardanti la candidatura per i mondiali e per rispondere allo scetticismo che circonda il paese.
Gli episodi seguono da vicino non solo le partite e le performance dei calciatori, ma anche l’evoluzione della lega locale, come parte di un più ampio sforzo politico e sociale. Il tono del documentario è ottimista e celebrativo, puntando a catturare l’attenzione del pubblico globale, con l’intento di far percepire l’Arabia Saudita come una nazione moderna e in espansione, in grado di ospitare eventi di portata mondiale.
Le accuse di reputation laundering: una questione controversa
Nonostante le intenzioni dichiarate, l’Arabia Saudita deve affrontare un forte scetticismo da parte di diverse organizzazioni non governative che accusano il regno di sfruttare lo sport per il “reputation laundering”, ossia un’operazione di ripulitura della propria immagine. Tali accuse si concentrano sulle questioni legate ai diritti umani e alle pratiche lavorative nel paese, che sono frequentemente oggetto di condanna da parte della comunità internazionale. Le critiche si fanno più forti in un contesto in cui lo sport e altre manifestazioni culturali vengono utilizzate per mascherare problematiche più gravi.
La strategia dell’Arabia Saudita per i mondiali di calcio fa parte di un piano più ampio per aumentare l’influenza del paese a livello globale. Con l’arrivo dei principali calciatori internazionali nella ‘Saudi Pro League’, il regno ambisce a diventare un polo di attrazione per il calcio mondiale, superando le criticità storiche. Tuttavia, il cammino è in salita, poiché le ONG continueranno a mettere sotto i riflettori le problematiche legate alle politiche interne saudite.
Il ruolo di Netflix e il futuro dello sport saudita
È importante sottolineare che, secondo quanto dichiarato da ‘Saudi Pro League’, la docuserie è stata ideata da Netflix, il quale avrebbe mantenuto il controllo editoriale totale sulla produzione. Ciò ha sollevato interrogativi su come le piattaforme di streaming possano influenzare e unire questioni di intrattenimento e sport, attraverso narrazioni che possono, o meno, riflettere la realtà del contesto in cui si trovano.
Il tentativo di posizionarsi come leader sportivo a livello globale va di pari passo con una riqualificazione dell’immagine pubblica dell’Arabia Saudita. Mentre il paese si appresta a ricevere ulteriori investimenti e a sportivizzare la propria offerta culturale, resta da vedere come il mondo percepirà queste manovre e quali effetti avranno sul futuro del calcio e dello sport in generale nel paese.
Con i Mondiali in arrivo, la tensione cresce e gli occhi del mondo sono puntati sull’Arabia Saudita, inaugurando una nuova epoca per il calcio e mettendo in discussione il delicato equilibrio tra sport e politica.