
Bracconaggio a Castel Volturno: Sequestro di Rete e Uccelli da Parte delle Guardie del Wwf - Ilvaporetto.com
Nel cuore della provincia di Caserta, la lotta contro il bracconaggio continua a essere un tema caldo. Nella mattinata di sabato 25 gennaio, un’operazione condotta dalle guardie giurate del Wwf ha portato alla luce un episodio allarmante di caccia illecita, che ha avuto come sfondo Castel Volturno. Non si tratta solo di un reato legato alla fauna selvatica, ma di una questione che tocca da vicino la biodiversità e la salute del nostro ecosistema.
Cosa è la rete a nebbia e il suo impatto sulla fauna
La rete a nebbia, strumento letale per uccelli di molte specie, viene montata tra due pali e destina una fine ingiusta agli animali che vi restano intrappolati. Questo metodo di cattura, oltre a interrompere la vita di uccelli non solo comuni, ma anche di esemplari protetti, ha delle conseguenze devastanti. Le guardie del Wwf hanno fatto notare come tra le vittime di questo metodo ci siano state una civetta, un merlo e un luì, esemplari che arricchiscono la biodiversità locale e meritano di essere protetti.
L’uso indiscriminato di questa rete va a compromettere l’equilibrio naturale, non solo limitando la proliferazione di specie già minacciate, ma alimentando anche un ciclo di illegalità che mette in dubbio la salute degli ecosistemi. La rete a nebbia si dimostra non solo uno strumento di cattura, ma un vero e proprio killer silenzioso, in grado di estirpare dalla natura esemplari vitali per l’ecosistema. Ogni cattura che avviene attraverso questi strumenti rappresenta un passo indietro nella conservazione delle specie e nella lotta contro il bracconaggio.
L’intervento delle autorità e le conseguenze legali
L’intervento dei volontari del Wwf non si è limitato a rimuovere la rete. Le guardie hanno contattato il numero d’emergenza ambientale 1515, attivando un dispositivo di risposta che ha visto l’arrivo dei Carabinieri Forestali. Questo non è un evento isolato, ma un esempio ripetuto di come le forze dell’ordine e le organizzazioni ambientaliste stiano collaborando per combattere con efficacia il bracconaggio nella regione.
Una volta sul posto, i Carabinieri Forestali hanno proceduto al sequestro della rete e della selvaggina catturata. Inoltre, il proprietario del terreno su cui la rete era stata installata è stato denunciato alla Procura della Repubblica. Questo rappresenta un passo significativo nella lotta contro pratiche illegali che danneggiano la fauna selvatica e violano le normative ambientali.
È fondamentale sottolineare che la denuncia di un solo individuo non risolve il problema del bracconaggio, ma porta alla luce un fenomeno che, sebbene sia in calo rispetto a qualche anno fa, continua a destare preoccupazione. I casi di bracconaggio, infatti, sono frequentemente riportati in zona, evidenziando la necessità di un monitoraggio costante.
Il bracconaggio nel casertano: un problema persistente
Il bracconaggio non è un problema nuovo per la provincia di Caserta. Nonostante i progressi compiuti nel combattere questa pratica, il territorio continua ad essere teatro di episodi di caccia illecita. Solo il 29 dicembre 2024, le guardie del Wwf avevano arrestato tre bracconieri nei pressi dei Regi Lagni, intenti a utilizzare un richiamo elettroacustico vietato per attrarre un Piviere, anch’esso protetto dalla legge.
Recentemente, anche un caso a Casaluce ha messo in evidenza la persistente illegalità: un cacciatore è stato denunciato per aver utilizzato reti per catturare cardellini, sempre avvalendosi di metodi vietati. Questi eventi non solo mettono a rischio la fauna locale, ma testimoniano anche la resilienza di pratiche illegali che sfidano i tentativi di controllo e rispetto delle normative ambientali.
Il fenomeno del bracconaggio non è solo una questione di legalità, ma è un tema che coinvolge tutti coloro che hanno a cuore il nostro patrimonio naturale e l’ecosistema che ci circonda. La collaborazione tra forze dell’ordine e associazioni ambientaliste è quindi cruciale per arginare questa problematiche e garantire la protezione della biodiversità in un territorio che, nonostante le sue bellezze, è minacciato da queste pratiche illegali.