La commemorazione di Francesco Pio Maimone, tragicamente ucciso lo scorso marzo con un colpo di pistola per errore, ha visto una partecipazione emotiva e significativa sul lungomare di Mergellina, a Napoli. Oggi, i genitori del giovane, accompagnati da amici e politici, hanno organizzato un’iniziativa per celebrare quello che sarebbe stato il ventesimo compleanno di Francesco. L’evento ha sollevato interrogativi sulle responsabilità locali e sulla sicurezza della zona.
un compleanno da ricordare
l’incontro sul lungomare
Un’intensa cerimonia ha avuto luogo a Mergellina, dove una torta decorata con il volto di Francesco Pio ha simbolicamente rappresentato la sua presenza mancante. Circa cinquanta persone, tra cui familiari, amici e autorità civili, hanno preso parte all’incontro, esprimendo solidarietà e condivisione del dolore. Il padre di Francesco, Antonio Maimone, ha condiviso il suo profondo dolore, sottolineando che il figlio avrà sempre diciotto anni: “Siamo qui per onorare un giovane che avrebbe potuto dare molto alla vita. Speriamo che il nostro esempio possa far capire ai giovani che la violenza non è la soluzione,” ha affermato.
la voce delle istituzioni
All’evento hanno partecipato personalità di spicco della sfera politica e sociale. Tra di loro, il Prefetto di Napoli, Nicola Di Bari, ha mostrato il suo sostegno ai familiari, mentre il deputato Francesco Emilio Borrelli ha ribadito l’importanza di fare fronte comune contro la violenza giovanile. Il coinvolgimento della comunità, come evidenziato da Don Maurizio Patriciello, è fondamentale per affrontare tali drammi, lanciando un forte messaggio di speranza e responsabilità ai giovani.
il grido di dolore di una madre
le parole di Concetta Napoletano
Durante la commemorazione, Concetta Napoletano, madre di Francesco Pio, ha espresso il suo profondo disappunto per la scarsa partecipazione degli altri gestori degli chalet nella zona. “Mergellina oggi è una vergogna,” ha affermato visibilmente commossa, “mio figlio ha dato la vita qui. Gli unici presenti sono i gestori dello chalet dove è avvenuto il tragico evento. Dove sono gli altri? Questo silenzio è ingiusto e inaccettabile.” Le sue parole, cariche di emotività, mettono in evidenza una comunità che, secondo lei, non sta facendo abbastanza per commemorare la tragica perdita di un giovane promettente.
una comunità in silenzio
La madre ha esortato i presenti a riflettere su un cambiamento culturale necessario per sradicare la violenza dalla società. “Ogni giorno è una sfida per noi, ma continuiamo a fare tutto per Francesco Pio,” ha affermato, ribadendo l’importanza di mantenere viva la memoria del figlio. L’assenza di figure significative della zona suggerisce una mancanza di responsabilità collettiva e di un reale impegno nel sostenere le vittime della violenza.
la testimonianza di un amico
il racconto di Carlo
Carlo, un caro amico di Francesco Pio, ha partecipato attivamente all’iniziativa, offrendo un tributo personale alla memoria del giovane. Presenti anche in quella fatidica serata di marzo, Carlo ha recentemente testimoniato nel processo contro Francesco Pio Valda, accusato dello sparo. “È per Francesco che siamo qui,” ha dichiarato Carlo. “Il suo sorriso era contagioso e voglio onorarlo raccontando la verità.”
un gesto di coraggio
Nonostante le minacce ricevute, Carlo ha dimostrato grande determinazione nel mantenere la sua posizione. “Ho sentito l’impulso di parlare perché sarebbe stato insopportabile non farlo,” ha aggiunto. La sua dedizione nel preservare la memoria di Francesco è un ulteriore segno della stretta amicizia che li legava. L’incontro di oggi ha rappresentato per Carlo un modo per affrontare il dolore e rendere omaggio a un giovane che ha lasciato un’impronta indelebile nella vita di chi lo conosceva.
L’incontro di Mergellina si è configurato, quindi, non solo come un momento di celebrazione, ma anche come un appello alla società affinché affronti il problema della violenza giovanile e promuova un cambiamento duraturo.