La denunciata discriminazione in un lido privato sul litorale di Varcaturo ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza e il rispetto dei diritti della comunità LGBTQ+. Recentemente, una coppia di giovani gay ha subito un episodio di esclusione da parte dei gestori del Lido Vittoria, scatenando polemiche e attirando l’attenzione dell’associazione di advocacy I Ken, che ha documentato casi simili nella stessa area. Questo articolo analizza le dinamiche dell’episodio rivelatore e il contesto più ampio delle discriminazioni sulla costa napoletana.
l’episodio del lido vittoria
un gesto fra amici fra malintesi e discriminazione
La settimana scorsa, durante una visita al Lido Vittoria, una coppia di ragazzi gay ha vissuto un’esperienza dolorosa che ha scatenato la loro indignazione. Come raccontato da Luigi – un nome fittizio – la coppia era già diventata cliente abituale e non si aspettava un simile intervento da parte dello staff del lido. Mentre si trovavano a bordo piscina, un semplice abbraccio tra i due, descritto come non provocatorio, ha suscitato l’attenzione negativa di un membro dello staff, che ha chiesto loro di staccarsi. Luigi ha evidenziato che altri gruppi di coppie eterosessuali erano visibilmente più affettuosi senza ricevere alcun netto richiamo.
Questa disparità di trattamento è stata acuita quando un’altra coppia di turisti stranieri, anch’essa di orientamento omosessuale, è stata costretta a separarsi fisicamente. Le rassicurazioni della coppia ferita – che hanno cercato di difendersi spiegando che il loro comportamento era innocuo – sono state ignorate. Il culmine dell’accaduto si è verificato quando, al momento di lasciare la struttura, i gestori hanno intimato a Luigi e al suo fidanzato di non tornare mai più, etichettandoli come “non ospiti graditi”.
la reazione della coppia e la denuncia di omofobia
La frustrazione di Luigi e del suo compagno nacque non solo dall’esperienza di espulsione, ma anche dalla risposta che ricevettero alla loro richiesta di chiarimenti. Gli amministratori del lido, secondo quanto riportato, hanno accusato la coppia di aver generato lamentele per il loro comportamento, minimizzando la questione come una frustrazione personale di Luigi. Le accuse di omofobia, battuta da Luigi durante l’incontro con i gestori, furono accolte con scetticismo, alimentando ulteriormente l’inquietudine della coppia riguardo al trattamento ricevuto.
la posizione del lido vittoria
il rifiuto di commentare e le accuse di atti osceni
Nel tentativo di chiarire la situazione, i rappresentanti dell’associazione I Ken si sono recati al Lido Vittoria per interagire direttamente con i titolari e ascoltare la loro versione dei fatti. Tuttavia, i gestori hanno scelto di non collaborare, chiedendo l’intervento delle forze dell’ordine per identificare gli attivisti. Questo atteggiamento ha sollevato ulteriori interrogativi sulla trasparenza e sull’atteggiamento della struttura nei confronti della comunità LGBTQ+.
In un’intervista successiva, i gestori hanno affermato che la coppia gay avrebbe compiuto atti osceni, giustificando in tal modo la loro azione. Hanno indicato di aver osservato movimenti sospetti in acqua, ma i protagonisti dello scontro hanno smentito ogni accusa, difendendo il loro comportamento come normale per una relazione romantica. La mancanza di prove concrete da parte dei gestori e il rifiuto di contattare le forze dell’ordine in caso di effettivi atti osceni hanno portato allo sviluppo di dubbi sulle loro affermazioni.
una realtà difficile per la comunità lgbt+
la situazione più ampia fra licola e varcaturo
L’episodio al Lido Vittoria non è isolato. L’associazione I Ken ha ricevuto segnalazioni di diversi altri casi di discriminazione avvenuti nei lidi del litorale tra Licola e Varcaturo durante questa estate. Carlo Cremona, un membro dell’associazione, ha dichiarato che la situazione sembra peggiorare, lamentando atteggiamenti di angheria nei confronti delle coppie gay anche per gesti affettuosi di base come abbracci e baci. Le segnalazioni evidenziano una tendenza preoccupante di discriminazione sistematica nel contesto di luoghi di divertimento e socializzazione.
I racconti di questo tipo di maltrattamenti non possono essere ignorati e richiedono un’attenzione seria da parte della società civile e delle autorità competenti. La visibilità di questi eventi può servire da spinta a un cambiamento sostanziale e positivo, promuovendo un’accettazione più profonda della diversità e garantendo che tutti possano godere di spazi pubblici senza timore di discriminazione.