
Fonte IG @papa_francesco_real
Un esposto ufficiale è stato presentato al Procuratore Capo di Roma e al Presidente del Tribunale del Vaticano, con l’obiettivo di fare luce sulla firma e la promulgazione di atti ufficiali attribuiti a Papa Francesco mentre si trovava ricoverato al Policlinico Gemelli.
L’iniziativa, promossa dall’avvocato Edoardo Polacco, ha già raccolto oltre mille firme di fedeli cattolici, con un numero crescente di adesioni nelle ultime ore. Il documento solleva perplessità sulle condizioni reali del Pontefice e sulla sua capacità di approvare nomine e leggi vaticane durante il periodo di degenza.
Dubbi sulle condizioni del Pontefice e sulle decisioni prese in ospedale
L’esposto si basa sulle dichiarazioni ufficiali del Vaticano e dell’Ospedale Gemelli, secondo cui Papa Francesco, pur essendo affetto da una polmonite bilaterale polibatterica, avrebbe continuato ad esercitare regolarmente il suo ruolo. Tra gli atti attribuiti al Pontefice vi sarebbero nomine di alti prelati e modifiche alle regole del Conclave, provvedimenti di grande rilevanza per la Chiesa.
Tuttavia, il documento evidenzia l’assenza di prove dirette che confermino la piena capacità del Papa di firmare tali atti. Non sono stati diffusi video, immagini o testimonianze dirette che attestino la sua presenza attiva, alimentando così ipotesi e speculazioni. In particolare, le recenti dichiarazioni pubbliche di Fabrizio Corona, secondo cui il Pontefice sarebbe deceduto da giorni, hanno ulteriormente alimentato dubbi e polemiche, trovando eco su diverse testate giornalistiche e siti web.
Chiesta una perizia calligrafica per verificare l’autenticità delle firme
L’esposto depositato presso la Procura di Roma – territorialmente competente per il Policlinico Gemelli, situato nella capitale – chiede un’indagine approfondita per verificare l’autenticità delle firme apposte dal Papa dal 13 febbraio 2025, giorno del suo ricovero, fino ad oggi.
Tra le richieste principali avanzate dai firmatari vi è una perizia calligrafica sulle nomine e sulle leggi approvate durante il periodo di degenza, al fine di escludere qualsiasi irregolarità e accertare che gli atti siano stati effettivamente firmati dal Pontefice. Inoltre, si chiede di verificare se possano configurarsi reati come falso ideologico o, in ipotesi estreme, l’occultamento di informazioni rilevanti sulle reali condizioni del Santo Padre.
Il caso ha già acceso un forte dibattito tra fedeli, esperti e osservatori del mondo ecclesiastico, sollevando interrogativi sull’opacità delle comunicazioni ufficiali e sulla necessità di una maggiore trasparenza nelle vicende riguardanti il Vaticano.