
I progetti vincitori del Premio Zavattini 2024/2025: storie di memoria e identità - Ilvaporetto.com
Nella cornice della Fondazione AAMOD di Roma si è svolto il pitch finale per i progetti candidati al Premio Zavattini 2024/2025. Un evento significativo, atteso da molti nel panorama cinematografico italiano, dove una giuria di esperti ha esaminato attentamente le opere finaliste per decretare i vincitori. Quest’anno la giuria era presieduta dal regista Roland Sejko e composta da nomi di spicco come il montatore Benni Atria, la regista Monica Maurer, la docente universitaria Ivelise Perniola e la ricercatrice d’archivio Alessia Petitto.
I progetti vincitori e le loro motivazioni
Dopo una giornata ricca di presentazioni emozionanti, sono stati selezionati tre progetti che si distinguono per originalità, approfondimento tematico e rilevanza sociale. Il primo riconoscimento è andato a “Altrimenti inventa“, presentato da Meriam Jarboua. Questo progetto affronta l’importante tematica dell’assenza di rappresentazioni visive dei migranti nordafricani in Italia durante gli anni Ottanta e Novanta. Attraverso un lavoro innovativo di “reinvenzione” dell’archivio mancante, l’autrice, partendo dalla propria storia familiare, riesce a gettare nuova luce su questioni di identità e memoria collettiva.
Il secondo progetto premiato, “Milano infetta. Gli anni del Virus” di Tommaso Cohen, si tuffa nella storia dello spazio occupato Virus di Milano, un luogo emblematico del nascente movimento punk italiano. Cohen propone una narrativa ben articolata che utilizza materiali d’archivio poco conosciuti, esplorando rabbia e desideri giovanili attraverso la microstoria di una comunità. Questa opera non solo ricostruisce eventi storici, ma invita anche a una riflessione più ampia sui temi della ribellione giovanile.
Il terzo progetto, “Nido di vespe” di Riccardo Calisti e Giovanni Mauriello, si distingue per l’ironia e la leggerezza con cui gli autori intrecciano la loro personale narrazione con quella del quartiere romano di Torpignattara. Utilizzando un approccio meta-narrativo, i due filmmaker riescono a stratificare diverse dimensioni di racconto, offrendo una visione intima e collettiva che si articola attorno al concetto di ‘nido’ come simbolo di appartenenza.
Menzione speciale e altri progetti
Oltre ai tre progetti vincitori, la giuria ha conferito una menzione speciale a “Noialtre” di Michele Sammarco. In questa opera, Sammarco viene lodato per la sua rigorosa ricerca sulla condizione delle donne contadine del Nord Est italiano. Utilizzando un prezioso archivio sonoro, il regista riesce a dar voce a storie di vita quotidiana, portando avanti una narrazione densa di sensibilità e autenticità.
Tra gli altri progetti presentati, spiccano titoli come “echs monate sommer. Sei mesi d’estate” di Claudio Cesaroni, un viaggio nella memoria dell’emigrazione in Svizzera attraverso gli occhi di un bambino; “In un soffio. Empty vessels” di Noemi Greco, un’opera che rielabora la memoria familiare con materiali d’archivio privati; e “Echi di memoria” di Alessandro Guerriero, che rivisita il devastante terremoto dell’Irpinia attraverso le voci di testimoni e fotografie d’autore.
Altri progetti come “Giocare a fare la guerra” di Anita Ricci, Marco Rossi e Michele Ridolfi, indagano le conseguenze della creazione di un Combat film finto che ha portato a eventi tragici in un paese reale. “Io sono” di Marija Stefanija Linuza, infine, affronta le questioni legate al matrimonio e all’etica sessuale, ispirandosi alle idee della scrittrice lettone Ivanda Kaija.
Supporto e opportunità per i vincitori
La Fondazione AAMOD e il Premio Zavattini si mostrano attivamente impegnati nel sostegno ai filmmaker selezionati. I vincitori riceveranno il supporto necessario per la realizzazione dei loro cortometraggi, avendo accesso gratuito a materiali filmici e archivi partner della Fondazione. A lavoro concluso, ciascun progetto vincitore avrà l’occasione di ricevere un riconoscimento economico di 2.000 euro. Anche il progetto destinatario della menzione speciale potrà usufruire delle stesse agevolazioni, confermando l’impegno del Premio Zavattini nel promuovere narrazioni cinematografiche che sfruttano in modo creativo gli archivi.
La giornata si è così conclusa con entusiasmo, evidenziando l’importanza di raccontare storie che ci parlano e che affondano le radici nella memoria collettiva, temi centrali del Premio Zavattini.