
La drammatica confessione di Fredy Guarín: "Dalla fama all'alcolismo, ho tentato il suicidio" - Ilvaporetto.com
Fredy Guarín, ex calciatore di spicco e noto per le sue straordinarie prestazioni in campo, ha recentemente condiviso una testimonianza scioccante sulla sua vita lontana dai riflettori. La sua storia si dipana tra l’illusione del successo e la spirale discendente dell’alcolismo, segnando un percorso di sofferenza e introspezione che è culminato in un tentativo di suicidio. Questa confessione offre uno spaccato di un atleta che, pur avendo raggiunto vette professionali, ha dovuto affrontare demoni personali devastanti.
L’ascesa e la caduta: il ruolo dell’alcol nella vita di un atleta
Guarín inizia a narrare il suo viaggio, soffermandosi su come la sua carriera calcistica decollò in Italia, ma ci insegna che dietro il successo si celava una grave addiction. La sua narrazione è caratterizzata da una crescente consapevolezza circa le conseguenze del suo comportamento. Inizialmente, il calciatore riusciva a separare le sue performance in campo dalle sue eccessive bevute notturne. “Bevevo due giorni prima di ogni partita,” rivela, spiegando che questo stile di vita apparente da rockstar non ha tardato a manifestare i suoi effetti negativi. “Segnavo uno o due gol, ma sapevo di sbagliare,” ammette, rivelando una lotta interiore tra il successo e la responsabilità personale.
Con la sua crescente notorietà, Guarín si rese conto di come la pressione dello showbiz e le sue scelte di vita iniziarono a intaccare il suo rendimento sportivo e i suoi legami familiari. Definisce quel periodo come “una merda,” esprimendo rammarico e rimorso per la vita che stava conducendo. Queste prime avvisaglie di assuefazione lo precedettero nel momento in cui il suo agente lo avvisò: “Dovete portarlo via da qui, adesso.” Questa rivelazione indica chiaramente la gravità della situazione e il bisogno di un cambiamento.
Una vita senza controllo: gli eccessi in Cina e Brasile
Dopo il trasferimento in Cina nel 2016, la situazione si aggravò ulteriormente. “Dal primo giorno in cui sono arrivato sono diventato un alcolizzato,” dichiara. Qui, l’alcol divenne il suo compagno costante, al punto che il suo quotidiano era scandito da un ciclo incessante di allenamenti seguiti da sessioni di consumo di alcolici. Il suo racconto si intensifica, rivelando un modello di comportamento distruttivo che si perpetuava senza alcuna prospettiva di recupero.
Guarín menziona un periodo di festa in Brasile, dove, grazie alla sua riesplosione nella squadra, si sentì “l’uomo più felice del mondo” per un breve arco di tempo. Tuttavia, l’arrivo della pandemia di COVID-19, insieme a una dolorosa separazione dalla moglie, lo proiettò nuovamente in una spirale oscura. “Bevevo 50, 60 o 70 birre in una notte,” confessa, mettendo in luce come l’assenza di routine calcistiche e interazioni sociali lo portò a una totale rinuncia di sé stesso, abbandonandosi a esperienze pericolose.
La sua ricerca di adrenalina attraverso situazioni a rischio e l’uso di sostanze lo portarono a vivere momenti di estrema sofferenza. L’atleta stesso racconta di essersi ritrovato in favelas, dove si esponeva a rischi elevati senza alcuna protezione o preoccupazione per la sua vita.
Il tentativo di suicidio e la rinascita
Il passo più drammatico della confessione di Guarín è senza dubbio il suo tentativo di suicidio, avvenuto mentre abitava al 17esimo piano. “Mi sono staccato dalla vita, dalla realtà,” spiega, rivelando quanto fosse profonda la sua disperazione. La sua intenzione di gettarsi nel vuoto fu frenata da una rete di sicurezza che, fortunatamente, lo respinse indietro. “In quel momento non capivo nulla di ciò che stavo facendo,” ricorda, facendo emergere una profonda crisi di identità e di autovalutazione.
Questa esperienza oscura, però, non segna solo un punto critico nella sua vita, ma rappresenta l’inizio di un processo di riflessione e, in qualche modo, di rinascita. Guarín si sofferma sull’importanza di condividere la sua storia, sottolineando come possa raggiungere molte persone e, potenzialmente, salvare vite. La sua testimonianza è un richiamo alla consapevolezza e alla ricerca di aiuto, in un mondo dove il successo professionale non deve necessariamente andare di pari passo con la distruzione personale.