
Napoli tra le città più vulnerabili al cambiamento climatico: casi e previsioni allarmanti - Ilvaporetto.com
Napoli si distingue come una delle metropoli europee più colpite dal cambiamento climatico, destinata a subire un drammatico aumento delle morti legate al caldo nei prossimi decenni. Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Medicine ha evidenziato come, entro la fine del secolo, la città partenopea potrebbe contare oltre 147mila decessi imputabili all’innalzamento delle temperature. La ricerca, frutto di un lavoro congiunto della London School of Hygiene & Tropical Medicine e di diverse istituzioni italiane, getta un’ombra inquietante sul futuro della salute pubblica.
Napoli e il cambiamento climatico: dati e proiezioni
Nel contesto della ricerca, Napoli occupa il terzo posto tra le metropoli europee per numero di morti dovute al caldo, registrando cifre significative che destano preoccupazione tra gli esperti. Solo Barcellona, con circa 246mila vittime stimate, e Roma, a ridosso con 148mila, precedono Napoli nella triste classifica. Milano, con oltre 110mila morti previste, completa il quadro. Fenomeni che colpiscono le città italiane pongono un interrogativo su come le politiche urbane e di salute pubblica pensino di affrontare questa sfida cruciale.
Lo studio ha analizzato la situazione non solo per Napoli, ma per tutto il continente; si prevede che entro il 2099, le morti legate al caldo in Europa possano aumentare di 2,3 milioni. Questa situazione non è solo un problema sanitario, ma solleva questioni fondamentali sulla vulnerabilità delle nostre città e sulla preparazione a fenomeni climatici estremi.
Il Mediterraneo: una regione a rischio
L’area mediterranea si trova in prima linea nel panorama del cambiamento climatico, risultando particolarmente vulnerabile. L’urgente avviso lanciato dagli esperti, come Pierre Masselot, evidenzia la necessità di intraprendere azioni tempestive per mitigare gli effetti del riscaldamento globale. Senza un intervento deciso, le conseguenze per la popolazione potrebbero rivelarsi catastrofiche. Le statistiche parlano chiaro: nel periodo tra il 2050 e il 2054, il tasso di mortalità per caldo in Italia potrebbe arrivare a 191,3 per 100mila abitanti, un incremento allarmante rispetto ai valori attuali.
Sia Malta che Spagna e Portogallo condividono questo destino, poiché le città più densamente popolate del Mediterraneo sono attese a un aumento delle temperature. La crescente urbanizzazione e il cambiamento delle abitudini sociali complicano ulteriormente la situazione, richiedendo un approccio integrato che comprenda politiche di adattamento e ristoro.
Azioni di adattamento e mitigazione: la soluzione
Lo studio suggerisce che, anche con interventi di adattamento delle città, l’impatto del riscaldamento globale sul numero di decessi rimarrebbe elevato. Servirebbe una significativa riduzione delle emissioni di CO2 a livello globale per minimizzare le morti. Antonio Gasparrini, uno dei coautori, ha notato che il numero di decessi legati al caldo potrebbe superare qualsiasi calo relativo ai morti di freddo, portando a un incremento netto della mortalità in Europa.
È essenziale che le città inizino a implementare misure concrete per affrontare la crisi, dalla creazione di spazi verdi all’implementazione di sistemi di avviso per le ondate di caldo. Azioni che, sebbene non possano eliminare il rischio, potrebbero contribuire a mitigarlo per le generazioni future.
Difformità nord-sud in Europa: un contrasto preoccupante
Le differenze tra Europa settentrionale e meridionale sono evidenti. Mentre le città del nord, come quelle del Regno Unito e dei Paesi scandinavi, potrebbero vedere una diminuzione netta dei decessi grazie a un abbassamento della mortalità invernale, nel sud la situazione è opposta. Le big capitali come Parigi e Berlino non sono esenti da un aumento significativo delle morti a causa del caldo, sebbene rappresentino un quadro meno drammatico rispetto alle metropoli mediterranee.
Queste proiezioni pongono un dilemma su ciò che le città possono fare per prepararsi a un futuro probabilmente molto diverso. A fronte dei dati, risulta fondamentale che decision maker, urbanisti e cittadini stessi si impegnino in una riflessione seria e collettiva sull’evoluzione delle condizioni climatiche e delle misure necessarie per addentrarsi nel futuro con maggiore resilienza.