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Primi trattamenti di terapia genica per emofilia A all’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli

Primi trattamenti di terapia genica per emofilia A all'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli - Ilvaporetto.com

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La recente autorizzazione dell’AIFA ha aperto la strada all’utilizzo della terapia genica per il trattamento dell’emofilia A in Italia. L’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli ha accolto il primo paziente per questa innovativa cura, diventando uno dei tre centri nel paese a offrire questo trattamento insieme a Milano e Padova. Quest’avanzamento rappresenta un significativo passo avanti nella medicina, volto a migliorare la vita di coloro che soffrono di questa condizione ematologica.

Cos’è l’emofilia A e quali sono i suoi effetti?

Definizione e cause dell’emofilia A

L’emofilia A è una malattia emorragica congenita dovuta a una carenza del fattore VIII, una proteina necessaria per la coagulazione del sangue. Questa condizione genetica è trasmessa prevalentemente attraverso la linea materna e colpisce maggiormente i maschi. I pazienti affetti da emofilia A presentano un elevato rischio di sanguinamenti, che possono manifestarsi spontaneamente o a seguito di traumi minori. I sanguinamenti gravi, se non trattati rapidamente, possono portare a complicazioni avverse, rendendo la gestione della malattia una questione di fondamentale importanza nella vita quotidiana di questi pazienti.

Le sfide nella gestione della malattia

Tradizionalmente, i pazienti con emofilia A sono stati sottoposti a profilassi tramite infusione endovenosa del concentrato di fattore VIII, necessaria da due a quattro volte a settimana. Questa terapia, sebbene efficace nel ridurre la frequenza degli episodi emorragici, presenta notevoli svantaggi; l’impegno costante nella somministrazione, insieme alla sporadicità dei sanguinamenti, influisce negativamente sulla qualità della vita. L’emofilia può limitare le attività quotidiane, impedire la partecipazione a eventi sociali e influire sul rendimento scolastico e lavorativo, aggravando ulteriormente il disagio psicologico legato alla malattia.

Terapia genica: la nuova frontiera nella cura dell’emofilia A

Il meccanismo d’azione della terapia genica

Il trattamento genico recentemente avviato presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II si propone di affrontare le problematiche legate all’emofilia A restituendo il normale processo di produzione del fattore VIII. Mediante somministrazione di un vettore virale, viene introdotto il gene responsabile della sintesi del fattore VIII nel fegato dei pazienti. Questo approccio innovativo mira a stimolare una produzione endogena e continua della proteina, conducendo a livelli stabili e adeguati di fattore VIII nel sangue.

Benefici attesi e impatto a lungo termine

I risultati preliminari indicano che circa l’80% dei pazienti trattati con questa nuova metodologia potrebbe sperimentare un completo stop ai sanguinamenti, eliminando la necessità di terapie profilattiche costanti. Oltre a migliorare la qualità della vita dei pazienti, le prime evidenze suggeriscono che l’effetto della terapia genica possa durare diversi anni, riducendo significativamente la necessità di interventi medici e offrendo un’alternativa concreta alla gestione della patologia fino ad oggi tradizionale.

Il ruolo della Regione Campania e del team multidisciplinare

Impegno della Regione Campania

La Regione Campania ha svolto un ruolo cruciale nell’avvio delle attività di somministrazione della terapia genica, ponendo l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II come centro di riferimento per questo trattamento innovativo. Grazie agli investimenti e al coordinamento efficace della direzione ospedaliera, è stato possibile elaborare un percorso di cura altamente specializzato. Questo approccio ha permesso di integrare risorse e competenze per fornire un’assistenza dedicata ai pazienti affetti da emofilia A.

Un team di esperti al servizio dei pazienti

Il team che gestisce il trattamento è composto da professionisti altamente specializzati, tra cui ematologi, infermieri, farmacisti, biologi e specialisti di diverse branche mediche. Questo approccio multidisciplinare garantisce che ogni aspetto della salute del paziente venga considerato e ottimizzato. Con il coordinamento della dott.ssa Anna Borrelli e la direzione del prof. Matteo Di Minno, il team mira a fornire una cura integrata e personalizzata, affrontando non solo gli aspetti clinici, ma anche quelli psicologici e sociali legati all’emofilia A.

L’avvio della terapia genica per l’emofilia A rappresenta un cambiamento epocale nel panorama sanitario italiano, con grandi aspettative nel miglioramento della vita per molti pazienti.

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