L’ex parlamentare e attuale direttore del Secolo d’Italia, Italo Bocchino, si racconta senza riserve. Un’accattivante intervista che esplora le sue relazioni personali e politiche, le sue esperienze passate e il suo punto di vista sul futuro della destra italiana. Da un rapporto autonomo con Fratelli d’Italia a riflessioni sui temi sociali, Bocchino offre una visione chiara e articolata del panorama politico contemporaneo.
Un percorso formativo nella destra italiana
Italo Bocchino, con un passato di direttore editoriale al Secolo d’Italia e un lungo percorso politico che lo ha visto tra le fila di Movimento Sociale Italiano e Alleanza Nazionale, rappresenta in modo significativo la destra italiana. La sua carriera politica ha sempre avuto come riferimento il suo maestro Pinuccio Tatarella. Questo legame ha influenzato il suo percorso, portandolo a essere uno dei protagonisti della svolta di Fiuggi voluta da Gianfranco Fini. Ma la sua avventura politica non è segnata solo da alleanze consapevoli; Bocchino è abituato a maneggiare le dinamiche interne della destra con astuzia.
Bocchino, guardando al presente, afferma di aver “disintossicato” la sua vita dalla politica, pur rimanendo una figura di spicco nel dibattito pubblico, spesso ospite di programmi su La7. Nonostante la sua separazione dalle decisioni quotidiane del partito, le sue opinioni continuano a influenzare il discorso politico. Si descrive come un “giornalista militante”, chiarendo che il suo coinvolgimento non implica né ruoli ufficiali, né un’amicizia intima con Giorgia Meloni.
Ragioni e relazioni: il legame con Fratelli d’Italia
In un contesto in cui se ne mettono in discussione le intenzioni politiche, Bocchino tiene a precisare la sua posizione all’interno di Fratelli d’Italia. Nonostante la sua lunga storia di legami con i vertici del partito, il suo ruolo si concentra sulla libertà di esprimere le sue opinioni senza vincoli. “Non sono un consigliere-ombra di Meloni, ho un buon rapporto cordiale con lei, ma non siamo amici”, sottolinea, cercando di delineare una netta divisione tra legami personali e interessi politici.
La sua analisi si sposta poi sulla strategia di Meloni nel contesto politico attuale. Secondo lui, l’attuale leadership di Fratelli d’Italia ha saputo dare risposte alle esigenze di un elettorato di destra in cerca di forti identità politiche. Bocchino evidenzia come l’eredità di Alleanza Nazionale non solo sia stata mantenuta, ma si sia anche evoluta, rispondendo a una domanda di sovranismo e populismo, aspetti fondamentali per un’Italianità che si fa sentire.
La distanza da estremismi e il tema della tolleranza
A proposito di una presunta tolleranza verso movimenti di estrema destra, Bocchino difende fermamente Fratelli d’Italia, assicurando che il partito si distingue nettamente dalla CasaPound. “Non posso accettare l’idea che un partito al 30% di consensi possa essere considerato estremista”, afferma, sostenendo che l’elettorato di destra rappresenta una gamma di posizioni moderate e conservatrici. La sua argomentazione poggia sull’idea che la destra italiana debba essere vista attraverso una lente di opportunità e responsabilità, piuttosto che di estremismo.
L’intervista tocca anche temi di rilevanza storica con l’analisi dell’opposizione di Giacomo Matteotti a Benito Mussolini. Bocchino esprime ammirazione per l’eroismo di Matteotti e critica la visione riduttiva che la sinistra contemporanea ha di lui. L’approccio parziale, secondo Bocchino, si riflette nella tendenza della sinistra a concentrarsi più su figure moderne e trascurare eroi storici, ereditando così una mancanza di rispetto verso la storia.
Riflessioni sulla crisi della sinistra e sugli diritti sociali
L’intervista si rivolge anche alla crisi della sinistra, tema che produce riflessioni incisive da parte di Bocchino. Con un occhio a ciò che accade oltre oceano, cita Nicolas Sarkozy, che ha messo in luce come la sinistra, perdendo di vista alcuni aspetti fondamentali dei diritti sociali, si sia distaccata dalle esigenze reali della popolazione. Bocchino sottolinea che la sinistra dovrebbe ri-orientarsi verso una sintesi tra diritti civili e sociali, promuovendo una narrazione che ponga al centro le problematiche quotidiane degli italiani, come la disoccupazione e il lavoro precario.
Un uomo felice e radicato nella sua vita personale
La sfera personale di Italo Bocchino non è da meno interessante: sposato con Giuseppina Ricci, chirurga estetica, si è distaccato da un’immagine di playboy politically correct. Con ironia, si definisce come un “fascista a sinistra”, giocando sull’ambiguità del suo percorso. La sua attuale moglie ha assicurato la sua fedeltà tramite un’indagine affidata a un investigatore privato, un aneddoto che riesce a mettere in luce il contrasto tra il suo passato e il suo presente, ricco di responsabilità familiari.
Concludendo l’intervista, Bocchino conferma di aver vissuto romanzes politicamente controverse in passato, incluso rapporti con deputate del Partito Democratico. Ma ora, rivendica con orgoglio il suo impegno come marito e padre felice. La sua vita è quindi un mosaico di esperienze poliedriche che raccontano non solo le sue convinzioni politiche, ma anche la complessità delle sue relazioni personali, amalgamando il mondo della politica con quello delle emozioni.